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Secondo giorno in Sicilia per il Giro, Visconti: "Sostengo Nibali e la sua corsa per la nostra gente"

Vincenzo Nibali all'arrivo sull'Etna - Ansa

ETNA. A 3 mila metri dall'arrivo, poco meno dell'altezza dell'Etna, un boato scuote la strada. Non è una delle esplosioni del vulcano più alto e attivo d'Europa, ma il numerosissimo pubblico dietro le transenne nella zona del traguardo, che apprende in diretta la notizia dello scatto di Vincenzo Nibali. Un'illusione.

"Conosciamo tutti Vincenzo, gli manca ancora qualcosa per essere al top, ma corre in casa e quel che mancava nel fisico lo ha messo mentalmente, dando spettacolo per la 'sua', la 'nostra', gente - a parlare è Giovanni Visconti, palermitano nato a Torino, che scorta lo 'Squalo dello Stretto' verso l'assalto al 100/o Giro d'Italia -. A Messina, domani, non credo scatterà: è qui per vincere il Giro e non può permettersi di prendere rischi. Certo, se nel finale ci sarà un momento buono, visto che lui conosce molto bene le strade, sarà sicuramente lì. Ma è molto difficile".

Nibali almeno ci ha provato. Gli altri sono rimasti a guardare. Prima del messinese si era mosso un altro degli uomini del team Bahrain-Merida, Franco Pellizotti. "Abbiamo fatto la nostra corsa, messo da subito un uomo e poi due a tirare, nel finale abbiamo provato a prendere il fuggitivo e a vincere con Vincenzo - le sue parole -. L'ho visto molto bene, in camera si è parlato e credo come tutti di avere dei dubbi, ma era da valutare la condizione degli altri, lui sta bene e siamo soddisfatti".

Sull'Etna ieri è stata, però, la giornata di Polanc, che ha vinto con una fuga d'altri tempi. "E' stato più difficile che all'Abetone, due anni fa, ho fatto tanta fatica - le parole del vincitore - ma sono veramente felicissimo. C'era tanto vento e non ce la facevo più. L'attacco era programmato, ma non avrei mai immaginato di arrivare, perché il vantaggio era ridotto. Sul finale ero senza energie, cercavo di prendere forza e alla fine è andata bene".

Com'è andata bene anche per Bob Jungels, nuova maglia rosa. "Non volevo credere a Fernando Gaviria, quando mi ha detto che gli avrei tolto io la maglia rosa. È sempre un sogno e per indossarla serve anche un po' di fortuna. La squadra ha lavorato benissimo, dovevamo essere furbi. Vorrei tenere la maglia più a lungo dell'anno scorso, ma c'è una tappa molto importante domenica sul Blockhaus. Sarà più adatta a scalatori puri come Quintana", il suo commento.

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