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Compie 70 anni Sir Elton John, icona dell’eccesso e star del glam

ROMA. Sir Elton John compie oggi 70 anni e può tranquillamente festeggiare l’oltre mezzo secolo di una delle carriere di maggior successo della storia della musica popolare.

La lista delle onorificenze ottenute, a parte quella di Sir, sarebbe troppo lunga anche per un personaggio di una commedia all’italiana, si parla di 300 milioni di copie vendute, di record di permanenza in vetta alle classifiche, dei premi più importanti dal Grammy, al Tony, al Kennedy Center Honors fino all’Oscar nel 1995 per «Can You Feel The Love Tonight», tema principale del film «Il Re Leone», scritto con Tim Rice.

Il musical tratto dal film, manco a dirlo, è il più visto della storia tra Broadway e il West End.

«Candle In The Wind», dopo l’esecuzione al funerale della sua amica Lady Diana, è diventato il singolo più venduto di sempre: 33 milioni di copie e il ricavato in beneficenza.

Una vita straordinaria, in cui ha suonato in ogni parte del mondo - negli anni della Cortina di Ferro è stato tra i primi ad esibirsi a Mosca, insieme al fido percussionista Ray Cooper - ha incontrato i Grandi della Terra e collaborato con i suoi colleghi più celebri, è stato un’icona dell’eccesso e una star del Glam, ha rischiato di morire per le sue cattive abitudini ed è diventato un simbolo della lotta all’Aids, la difesa dei diritti degli omosessuali - dal 2014 è sposato con David Furnish, suo compagno dal 1993 - ha sconfitto la bulimia e la nevrosi delle spese pazze (nel periodo più grave era arrivato a spendere più di un milione di sterline al mese). Reginald Kenneth Dwight, il suo vero nome, è stato un bambino prodigio e un allievo dei corsi di pianoforte della Royal Cademy of Music di Londra. La vera svolta arriva nel 1967 quando, dopo aver risposto a un annuncio messo sul New Musical Express dal responsabile artistico di una casa discografica in cerca di autori. Allo stesso annuncio aveva risposto anche Bernie Maupin, il paroliere con cui forma uno dei più felici sodalizi della storia della musica. I due cominciano scrivendo per altri artisti poi a cominciare dagli anni '70 mettono insieme una serie di capolavori che fanno di Elton John una star mondiale e gli aprono le porte della storia:

«Tumbleweed Connection», «Honky Chateau» - quello con «Rocket Man» - «Don't Shoot Me I'm Only The Piano Player» - con "Crocodile Rock» e «Daniel» - «Goodbye Yellow Brick Road», un classico, dove c'è anche «Candle In The Wind» presente in tutte le classifiche dei migliori album della storia, «Captain Fantastic and the Brown Dirt Cowboy».

La lista delle sue hit è impressionante: oltre alle già citate, non si possono non ricordare «Your Song», «Saturday Night's Allright for Fightining», «Don't Let The Sun Go Down On Me», «Don't Go Breaking My Heart», «Sorry Seems To Be The Hardest Word», «Part-Time Love», «I'm Still Standing», «Sad Songs».

Elton John ha costruito il suo clamoroso successo su canzoni che hanno le radici nel rock e nella musica black con un ricco tessuto armonico ma con una vocazione super pop e che ruotano attorno al suo virtuosismo di pianista. Proprio il suo modo di suonare il piano, a metà strada tra Jerry Lee Lewis per quel che riguarda l’atteggiamento e Liberace per quel che riguarda i look folli e i riferimenti classici, è stato negli anni d’oro il centro dei suoi show iper adrenalinici. Non è un caso che sia lui a interpretare il Pinball Wizard (con zeppe alte un metro) nel film che Ken Russell ha tratto da «Tommy», il capolavoro degli Who. Tra occhiali incredibili, cappelli esagerati, piume, boa, scarpe da far sembrare sandali francescani le calzature di Lady Gaga, il buon Sir Reginald, ha messo insieme un’epopea Glam esagerata e travolgente che ha rischiato di rovinargli prima la voce e poi la vita.

Ne è uscito alla grande raggiungendo uno status superiore, proprio per il suo impegno nella beneficienza, l'aiuto costante ad amici e colleghi in difficoltà con le dipendenze, il ruolo di difensore dei diritti di gay, lui che ha tenuto nascosta la sua identità a lungo.

Oltre all’arte, la fotografia - sembra che sia uno dei collezionisti privati più importanti del mondo, le case, i vestiti, ovviamente la musica, la sua grande passione è il calcio. Nel 1976 ha comprato la sua squadra del cuore, il Watford che si trovava in terza divisione. Da proprietario presidente lo ha portato nella Premier League fino ad arrivare alla finale di FA Cup grazie ai goal del leggendario Luther Blissett. Dopo aver venduto la squadra, nel 1997 l’ha ricomprata. Inutile dire che allo stadio di Vicarage Road c'è l’Elton John Stand.

Come i grandi della sua generazione, Elton John è ancora in piena attività e si gode uno dei patrimoni più consistenti della Gran Bretagna.

«Sono ancora interessato a guardare verso il futuro, con quello che creo, le mie collaborazioni e scoprendo il lavoro di altre persone. Credo - dice John che domani a Los Angeles avrà in suo onore una celebrazione cui parteciperà tra gli altri Lady Gaga - che l’età sia irrilevante, basta tenere connesse le nostre menti, restando curiosi verso le cose nuove. Posso entusiasmarmi per un nuovo artista che suona un suo demo, così come per il nuovo disco dei miei eroi musicali. Posso entusiasmarmi suonando in una città in cui non sono mai stato, o visitando un posto che conosco bene per vedere com'è cambiato. La vita è un continuo divenire, e io la assecondo. Mi sento felice di usare la mia popolarità per portare attenzione sulle ingiustizie del mondo, e cerco di aiutare dove posso. La mia vita non è mai stata felice come ora».

Oggi, guardandosi indietro e pensando a quello a cui è sopravvissuto, avrà un motivo in più per festeggiare.

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