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Papa Francesco nelle parrocchie romane: "La vita non mi è stata facile, benedico gli islamici"

ROMA. "Grazie tante per essere qui, a pregare insieme. A pregare per tutto il quartiere, per la parrocchia. Saluto tutti voi, fedeli cattolici, anche musulmani, e per tutti voi chiedo la benedizione del Signore". Sono le parole con cui, dopo oltre tre ore di visita, questa sera il Papa si è congedato dalla parrocchia romana di Santa Maria Josefa del Cuore di Gesù, a Castelverde di Lunghezza, nella zona di Ponte di Nona, estrema periferia est della Capitale.

Era la tredicesima parrocchia della diocesi di Roma visitata da Francesco, che ancora una volta - con la sua nota affabilità e disponibilità verso l'abbraccio di fedeli - si è immerso nell'usuale, caloroso bagno di folla, scambiando saluti, benedicendo tutti, cattolici e musulmani, e sottoponendosi di buon grado alle richieste di selfie di adulti e bambini. Bambini e ragazzi che, nel dialogo a cuore aperto nel teatro parrocchiale, l'hanno sottoposto a un fuoco di fila di domande. «Quello che viene eletto» Papa nel Conclave «forse non è il più intelligente, forse non è il più furbo, nè il più sbrigativo a fare quello che si deve fare, ma è quello che Dio vuole per quel momento per la Chiesa», ha risposto loro Bergoglio alla domanda su perchè lui è diventato Papa.

«Perchè ci sono i colpevoli, e uno è qui presente», ha scherzato dapprima, indicando il cardinale vicario Agostino Vallini. «Vi spiego come si diventa Papa - ha proseguito -. Si paga per diventare Papa? No. Ci sono quelli che lo eleggono riunendosi in Conclave. Parlano tra loro, discutono su quale sia il profilo migliore: questo ha questo vantaggio, questo quest'altro... Ma soprattutto si prega. Loro fanno tutti questi ragionamenti umani, ma il Signore invia lo Spirito Santo che aiuta l'elezione. poi ognuno dà il suo voto e quello che ha due terzi dei voti viene eletto Papa. Ma serve molta preghiera, non ci sono potenti che spingono». «Nell'elezione eravamo 115 - ha detto ancora Francesco -. Faccio la domanda: chi era il più intelligente?».

E i bambini in coro: «Tu!». «No, non si sa - ha ripreso il Pontefice -. Quello che viene eletto non necessariamente è il più intelligente, ma Dio ha scelto quello». «Ma poi il Papa deve morire o andare in pensione come ha fatto il grande Papa Benedetto, perchè non era in buona salute - ha aggiunto -. Allora arriverà un altro, forse non altrettanto intelligente, ma sempre eletto in questo modo sotto la luce dello Spirito Santo».

Francesco ha anche detto che se il Pontefice «non sente di essere vescovo e padre gli manca qualcosa». Mentre rispondendo alla domanda su quale sia stato il momento più difficile della sua vita ha risposto che «la vita non mi è stata facile», Che ha avuto «tanti momenti brutti», ma il più difficile è stato quello della «malattia, quando a vent'anni sono stato quasi per morire per un'infezione e mi hanno levato un pezzo di polmone». Dopo l'incontro con il gruppo giovani, il saluto ai malati e agli anziani, le giovani coppie con figli da poco battezzati e le famiglie assistite dalla Caritas, il Papa ha celebrato la messa, durante la quale ha invitato a non covare mai «vendetta e rancore», a «pregare anche per i nemici», vera e propria «via verso la santità». «Dire 'me la pagheraì non è linguaggio di un cristiano», mentre la capacità di pregare anche per chi ci vuole male «allontana le guerre e porta la pace».

«La preghiera è un antidoto contro l'odio, contro le guerre. Queste guerre che cominciano a casa, che cominciano nel quartiere, che cominciano nelle famiglie», ha affermato. Un concetto analogo a quello illustrato oggi all'Angelus in Piazza San Pietro, quando ha spiegato che la vera «rivoluzione cristiana» è il «rifiuto della violenza», la capacità di «reagire al male con il bene», poichè «la rappresaglia non porta mai alla risoluzione dei conflitti». Sempre all'Angelus, il suo appello per la fine degli scontri nella Repubblica Democratica del Congo, contro la «tragedia dei bambini-soldato» e la sua preghiera per le vittime degli attentati terroristici in Pakistan e Iraq. «Preghiamo ardentemente che ogni cuore indurito dall'odio - ha detto ai fedeli - si converta alla pace».

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