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Caccia ai lupi, Regioni pronte a marcia indietro

ROMA. Le Regioni cominciano a fare marcia indietro sulla riapertura della caccia al lupo, mentre le associazioni ambientaliste sono già sul piede di guerra sui social network.

Per domani, quando la Conferenza Stato-Regioni dovrebbe dare il via libera finale al Piano Lupo (che prevede gli abbattimenti), sono in programma manifestazioni e perfino uno sciopero della fame. Il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, continua però a difendere la possibilità di abbattimento controllato.

PIANO LUPO. Oggetto del contendere è il Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia, preparato dal Ministero dell'Ambiente con il suo istituto di ricerca, l'Ispra, e la consulenza di una settantina di esperti. Il piano prevede 22 misure per affrontare i problemi di convivenza fra i lupi e gli allevatori, diventati scottanti negli ultimi anni a causa del proliferare di questi predatori.

Sono previsti monitoraggio della popolazione, campagne di informazione sui sistemi di prevenzione naturali (cani pastori, rifugi, recinti elettrificati), gestione dei pascoli, lotta agli incroci con i cani, rimborsi più rapidi.

La 22/a misura («Ordinanza ministeriale per la caccia in braccata») prevede, qualora quelle precedenti non abbiano dato risultati, un abbattimento controllato fino al 5% della popolazione complessiva di lupi in Italia, previo un piano regionale approvato da Ispra e Ministero. Nel nostro paese ci sono fra i 100 e i 150 esemplari sulle Alpi e fra i 1.070 e i 2.472 in Appennino, il 18% dei lupi della Ue.

I POLITICI. Il 24 gennaio la Conferenza Stato-Regioni ha dato il primo ok al Piano in sede tecnica. Ma Lazio e Puglia si sono subito dissociate sulla riapertura della caccia ai lupi. Mentre montavano le proteste degli ambientalisti, gli amministratori locali hanno cominciato a fare marcia indietro.

La presidente del Friuli Debora Serracchiani e l'assessore veneto Giuseppe Pan hanno cominciato a esprimere dubbi e contrarietà. I Verdi della Campania annunciano oggi che la loro Regione voterà no. Il presidente dell'Abruzzo Luciano D'Alfonso si dice «perplesso» sull'abbattimento, il suo collega piemontese Sergio Chiamparino chiede un approfondimento, come pure l'assessore ligure all'Agricoltura, Stefano Mai. Alla Camera, i Cinquestelle chiedono che il governo ritiri la «norma ammazza lupo».

GLI AMBIENTALISTI. Per le ong ambientaliste la caccia al lupo non risolve i problemi e incentiva il bracconaggio. Tutte quante si appellano al governo perché tolga dal piano gli abbattimenti. Enpa ha raccolto 500.000 firme sulla sua pagina Facebook, 138 attivisti Ecoradicali annunciano uno sciopero della fame. Il 2 febbraio sono in programma manifestazioni davanti alla sede della Conferenza Stato-Regioni. Anche il disegnatore Silver ha diffuso una vignetta di Lupo Alberto contro la caccia.

GALLETTI. «La conservazione del lupo è un tema troppo serio perché possa essere piegato al clamore mediatico o al populismo di qualcuno - ha commentato il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti - Le Regioni mi dicano cosa intendano fare, ma non permetterò che su una materia delicata come la tutela del lupo, al posto della scienza detti l'agenda chi evidentemente o non ha letto il testo o è in malafede».

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