PALERMO. Le spese della Regione, nei primi mesi del 2017, saranno regolate dall’esercizio provvisorio, una norma che sblocca le risorse mese per mese e che dunque rischia di creare disagi e ritardi nel pagamento degli stipendi di oltre 30 mila lavoratori. È il risultato di un lungo confronto che ha visto la giunta regionale riunirsi per approvare la legge.
Il presidente Rosario Crocetta aveva provato fino all’ultimo a portare all’Ars i documenti contabili, Bilancio e Finanziaria, che avrebbero consentito di programmare la spesa per un periodo di tempo più lungo, ma per approvarli c’era tempo fino al 31 dicembre: troppo poco, considerando anche le tensioni interne alla maggioranza.
Così alla fine oggi la giunta ha varato l’esercizio provvisorio che è stato trasmesso a Palazzo dei Normanni dove sarà discusso dalle varie commissioni per poi arrivare in Aula ed essere approvato intorno a giorno 29.
Ma secondo Claudio Barone, alla guida della Uil Sicilia, questo percorso penalizza i lavoratori degli enti regionali: “Con l’esercizio provvisorio nel 2017 non ci saranno le somme per numerosi enti. Sono saltate le risorse necessarie per pagare gli stipendi per teatri, Consorzi di bonifica, Esa, Ersu e Istituto di incremento ippico. Questi lavoratori non avranno come sopravvivere”.
Ben più grave la situazione che interessa oltre 15 mila precari degli enti locali tutti con contratto a tempo determinato e che da decenni confidano nella tradizionale proroga di fine anno. Questa volta la legge ha vietato di prolungare i contratti in assenza di un piano di stabilizzazione. Ma in presenza dell’esercizio provvisorio, che sblocca la spesa per pochi mesi, come garantire questo piano?
Ecco che l’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, e l’ex sottosegretario Davide Faraone, sono volati a Roma per discutere col sottosegretario Maria Elena Boschi della questione. Nessun commento ufficiale, ma da Palazzo Chigi hanno rassicurato che una soluzione sarà trovata. In sostanza o sarà inserità una norma apposita nel decreto mille proroghe approvato a fine anno oppure il governo nazionale garantirà di non impugnare la norma siciliana.
“E’ da irresponsabili chiudere l’anno con migliaia di lavoratori appesi a un filo. Ancora una volta l’inadeguatezza della politica rischia di trasformarsi in un tritacarne e non solo per i precari, per cui auspichiamo una soluzione immediata e credibile, ma anche per tante altre categorie”. Lo dicono in una nota congiunta Mimma Argurio, della segreteria regionale Cgil,ed Enzo Abbinanti della segreteria della Fp regionale. Col nuovo anno, l’Ars dovrà discutere la Finanziaria e la legge che dopo decenni consentirà la stabilizzazione dei precari.
"Il governo Crocetta ha scaricato i precari amministrativi socialmente utili (Asu). I lavoratori non vogliono morire precari e chiedono la proroga triennale per completare il legittimo percorso di stabilizzazione entro il 2019”. La denuncia arriva dai coordinatori regionali della federazione del sindacato CSA – ASU Sicilia, Vito Sardo e Mario Mingrino, di concerto con il presidente dell’Associazione ASU Sicilia, Francesco Mallia.
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