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Al via lo sciopero dei giudici di pace: a rischio 150mila processi

ROMA. Da lunedì sino al 22 dicembre i giudici di pace incrociano le braccia, uno sciopero che -secondo le organizzazioni rappresentative della categoria - provocherà il blocco di 150.000 processi.

La protesta è per ottenere l'approvazione di un decreto legge che "sani le violazioni comunitarie ed internazionali contestate dalle più alte autorità europee" al governo italiano; e che dunque riconosca ai giudici di pace la continuità del servizio, la previdenza,l'assistenza sociale in caso di malattia, maternità o infortuni, le ferie e un compenso "dignitoso" che garantisca la loro indipendenza.

Il Comitato Europeo dei Diritti Sociali del Consiglio d'Europa ha condannato l'Italia per violazione della Carta Sociale Europea - ricorda l'Unione nazionale dei giudici di pace, che domani terrà una conferenza stampa - e "la Commissione Europea, anche su sollecitazione del Parlamento Europeo, sta per avviare la procedura di infrazione contro l'Italia: sarebbero miliardi di euro di risarcimenti e sanzioni che graverebbero sul popolo italiano". Già 300 giudici si sono rivolti al Tar del Lazio per chiedere la stabilizzazione e si prospettano "centinaia di azioni giudiziarie".

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