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Referendum, Crocetta: "Io dimettermi? Non ero tra i falchi del Sì"

PALERMO. «Dimettermi? Chi lo chiede strumentalizza voto. Credo che in Italia se c'è qualcuno che non viene scalfito dall'esito del referendum sia proprio io».

Io non ho mai attaccato il fronte del 'No', sono stato leale nei confronti del segretario del mio partito ma non penso di essere stato tra i falchi del 'sì'». Risponde così il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta sugli inviti alle dimissioni che arrivano dal fronte delle opposizioni, da Forza Italia ai 5stelle.

A chiedere le dimissioni di Crocetta a seguito dei risultati referendari è stato Alessandro Pagano, il deputato della Lega dei Popoli- Salvini. «In Sicilia una valanga di No ha seppellito Renzi, Crocetta e tutto il Pd - ha dichiarato Pagano -: in alcuni centri percentuali anche all'80%, con una delle affluenze più alte negli ultimi anni. Anche il fallimentare governatore Crocetta, che ricordo fu eletto con il voto di un siciliano su sei e che si è speso a favore del referendum, dovrebbe dunque prendere atto di questo giudizio netto e politico del popolo e rassegnare le dimissioni, così come da parte sua ha annunciato Renzi. La Sicilia deve andare presto al voto - prosegue -, sia perchè ha bisogno di una scossa per evitare il tracollo e sia perchè non può più andare avanti con una classe politica così delegittimata».

«Anche il Pd renziano, da Faraone a Raciti, ha fallito su tutta la linea. Palermo e il governo regionale meritano subito un cambio di marcia per ripartire», conclude.

Richieste di dimissioni arrivano anche dal M5s siciliano: «Il risultato del referendum in Sicilia non è solo la bocciatura del governo Renzi, ma, soprattutto, del suo maggiore sponsor nell'isola: il governo del Pd e di Rosario Crocetta - scrive il movimento in una nota -. Adesso dimissioni e parola ai cittadini, c'è da rimettere una Sicilia al lavoro e non può farlo chi ha perso in maniera così sonora. Grazie di cuore a tutti i cittadini siciliani che hanno dichiarato, con questo voto, la voglia di cambiare la nostra terra».

«Il mio governo è stato più pluralista rispetto ad altri, nella giunta regionale c'è un assessore che ha difeso il 'nò al referendum e io l'ho tutelato e sostenuto. Nessuno mi può attribuire un comportamento fazioso», continua Crocetta, riferendosi all'assessore alla Formazione, Bruno Marziano (Pd), che si è speso in campagna elettorale per il 'no" al referendum.

Per il governatore Rosario Crocetta la vittoria schiacciante del "no" in Sicilia non produrrà contraccolpi al suo governo, sostenuto dalla coalizione che ha fatto la campagna elettorale per il 'si». «Paradossalmente - sostiene il governatore - il mio governo sarebbe stato messo in discussione da pezzi della maggioranza se avesse vinto il sì». Penso a cosa avrebbero urlato i renziani di Sicilia".

«Io rispetto sempre tutti, non cerco vendette con i renziani di Sicilia, anche se ci sono stati problemi. In questo momento non mi faccio prendere la mano». Così il governatore, Rosario Crocetta sugli eventuali contraccolpi del risultato referendario sul suo governo. Sono tre gli esponenti di area renziana nel governo Crocetta: Alessandro Baccei all'Economia, Baldo Gucciardi alla Sanità e Vania Contraffatto all'Energia.

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