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"The early years 1965-1972", la storia in musica dei Pink Floyd

Il singolo "Green is the colour"

MILANO. Dagli inizi alla ribalta internazionale, la storia dei primi 7 anni di storia dei Pink Floyd è un percorso insolito da scoprire nel boxset 'The Early Years 1965-1972', in uscita venerdì.

Scavando non solo negli archivi della band (e in particolare del batterista Nick Mason), ma tra scaffali di collezionisti e bobine di emittenti televisive, la ponderosa uscita espone una maturazione artistica valutata di anno in anno. L'opera composta di 27 dischi è divisa in 6 volumi (1965-1967; 1968; 1969; 1970; 1971; 1972) più un volume bonus contenente fra gli altri i film 'The Committee', 'More' e 'La Vallèe' di cui il gruppo compose le colonne sonore. Proprio l'alternanza fra materiale audio (12 ore e 33 minuti in totale) e video (oltre 15 ore) scandisce il racconto dei primi anni dei Pink Floyd, fra concerti inediti, registrazioni rare e partecipazioni a programmi pop della tv europea.

Il box delinea così uno scorcio che alterna familiare e ignoto: tra demo e remix di brani già noti, spiccano le improvvisazioni, i balletti coreografati da Roland Petit o gli happening come lo show concettuale 'The Man/The Journey', mentre si segue lo sviluppo di uno stile dalle radici blues alla psichedelia fino a un suono orchestrale ambizioso.

Tra le gemme rare si contano oltre 20 brani inediti, fra cui perle degli inizi con Syd Barrett come 'Vegetable Man', 'In the Beechwoods' o 'John Latham' (in 9 differenti versioni), registrate in una celebre sessione «perduta» del 20 ottobre 1967 nei De Lane Lea Studios di Londra.

Per i collezionisti più voraci lo scrigno di 'The Early Years' è anche ricco di memorabilia: riproduzioni di volantini e biglietti per i concerti di quell'anno, e tra questi documenti una copia della newsletter del 1968 per il fan club che contava fra i membri onorari personaggi pop degli anni '60 come Eric Clapton e Ginger Baker dei Cream o il calciatore George Best.

Un gusto per l'oggetto nostalgico che investe anche le fedeli riproduzioni in vinile dei primi 45 giri della band, classici come 'Arnold Laynè e 'See Emily Play'. Ma insieme alle testimonianze tangibili o meno di un'epoca, tra out-take e versioni live talvolta dal valore soprattutto documentario, la collezione propone anche istantanee di grande musica, come l'arrangiamento per soli coro e orchestra di 'Atom Heart Mother' di un estratto video del 1971.

Uno spazio particolare nelle esplorazioni fra rock e sonorizzazione è riservato poi alla produzione per il cinema: come le 16 tracce composte per 'Zabriskie Point' di Michelangelo Antonioni e mai utilizzate, tra cui la pianistica 'The Riot Scenè costruita sullo stesso giro armonico di 'Us and Them' poi incisa in 'The Dark Side of The Moon'.

Altre testimonianze italiane sono due filmati delle esibizioni a Roma nell'aprile e maggio 1968: un frammento di 'It Would Be Nice' registrato dalla BBC al club Piper e 'Interstellar Overdrive' ripreso dalla tv tedesca al Palazzetto dello Sport per il festival Pop 68.

Del resto, l'amore degli italiani per i Pink Floyd è inossidabile, con i dischi più celebri fissi in top 100 ogni settimana: non è un caso allora che Warner Music abbia disposto di distribuire in Italia 3mila copie di un boxset tanto ricco quanto oneroso, considerato il costo di almeno 440 euro.

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