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Sì del Colle, la manovra ora passa alla Camera
Tempi stretti, ok entro il referendum

ROMA. La legge di Bilancio è arrivata finalmente alla Camera. Dopo giorni di polemiche per il ritardo accumulato dal governo nella sua presentazione, la manovra, approdata venerdì in serata al Quirinale, è stata vistata e inviata dal Colle al Parlamento con la raccomandazione che i lavori comincino al più presto e vengano svolti con attenzione, visto che si tratta della prima finanziaria dopo la riforma del bilancio.

"L'esame del disegno di legge si presenta quest'anno particolarmente impegnativo, trattandosi della prima occasione nella quale si applicano" le nuove regole sulla struttura del bilancio, si legge infatti nella nota con cui il Quirinale fa sapere che il presidente Sergio Mattarella ha firmato il decreto con cui autorizza la trasmissione del ddl a Montecitorio. Il testo dovrebbe essere incardinato già mercoledì prossimo in commissione Bilancio, per procedere a ritmi serrati con le audizioni, a partire da quella di Pier Carlo Padoan, e l'esame delle modifiche e riuscire a portare il testo in Aula il 24, come da calendario, per chiudere con il primo via libera per tempo, prima del referendum del 4 dicembre.

Mentre il Parlamento sarà impegnato con l'esame della manovra il progetto di bilancio sarà anche sotto la lente europea. E se il ministro dell'Economia dietro le quinte prosegue la trattativa per spuntare se non un via libera pieno almeno un rinvio del giudizio a primavera, a fare la parte del 'falco', ma contro le regole dell'austerity, ci pensa Matteo Renzi: dal palco di Piazza del Popolo a Roma il premier mette in chiaro che l'Italia non accetterà di includere il Fiscal compact nei Trattati, e che, anzi, bisogna "liberare il Paese dal peso eccessivo della burocrazia, della tecnocrazia, di quei vincoli europei che non servono a niente".

Il ministro dell'Economia in queste ore resta impegnato nel delicato dialogo con Bruxelles, che sta verificando le scelte di tutti i Paesi, con particolare attenzione per quelli che non rispettano, o non sembrano rispettare, appieno le regole. L'Italia risulta tra i destinatari delle richieste di chiarimenti ma, ribadiscono dalla Commissione, "le lettere fanno parte della nostra prassi abituale nel contesto dell'analisi dei budget nazionali" e "servono a facilitare la valutazione".

Dopo lo scambio delle missive, con le quali Roma ha difeso la scelta di spingere in alto il deficit per far fronte a spese eccezionali per sisma e migranti, ora l'esame "prosegue", spiega un portavoce dell'esecutivo comunitario "e non possiamo formulare giudizi prematuri sul risultato I contatti con le capitali vanno avanti e non commenteremo fino a quando la Commissione europea non adotterà le sue opinioni".

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