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Boom di divorzi in Iran, è allarme crisi della famiglia

TEHERAN. E' allarme famiglia in Iran. A preoccupare autorità ed esperti è l'alto tasso di divorzi e la sempre più vasta fascia di adulti che scelgono di non sposarsi. Un quadro a cui si aggiunge, nonostante le rigide regole religiose e culturali, il fatto del tutto nuovo che alcuni giovani scelgono di vivere insieme fuori dal matrimonio ufficiale.

Gli ultimi dati sono stati così eclatanti che qualche mese fa è stato vietato ai centri statistici di rendere noto il tasso di divorzi. Un divieto che ha sollevato la protesta di molti esperti e operatori del settore. Nell'Islam il divorzio è considerato come ultima scelta e l'Halal (termine islamico che indica le cose consentite) più odiato. Perciò le autorità della Repubblica islamica considerano l'aumento dei divorzi un grosso problema che deve essere frenato.

Il quotidiano 'Arman' ha scritto oggi che nel nord di Teheran, area abitata dai ceti più abbienti, c'è un divorzio ogni 2,2 matrimoni, mentre nelle zone rurali, più tradizionaliste, il rapporto è di un divorzio ogni sei matrimoni. Secondo i dati forniti al quotidiano da un funzionario dell'anagrafe di Stato, Akbar Mahzoun, nei primi nove mesi dell'anno scorso, in confronto allo stesso periodo dell'anno precedente, il numero di matrimoni ha segnato un calo del 3,4% a fronte di un aumento di divorzi del 4,2%. In media, su ogni quattro matrimoni a Teheran c'è stato un divorzio.

Un funzionario del ministero dell'Interno ha anche riferito che in alcune città si è addirittura raggiunto il numero di 60 divorzi per ogni 100 matrimoni. Negli ultimi due anni ci sono stati in Iran 19 casi di divorzio ogni ora. A livello statistico, un divorzio ogni 4,4 matrimoni.

Al primo posto per numero di divorzi c'è la provincia di Khorassan-Razavi, seguita dalle province di Guilan e Teheran. All'ultimo posto c'è invece provincia del Sistan-Baluchistan con lo 0,5%. I principali problemi alla base dei divorzi, secondo gli esperti, derivano per lo più da situazione economica, inflazione, disoccupazione, basso reddito, violenza, depressione e mancanza di tolleranza. Nelle analisi viene inoltre sottolineato come negli ultimi anni la società iraniana ha subito molti cambiamenti.

In passato, infatti, la società era rigidamente caratterizzata da valori e norme che oggi sembrano venuti meno tra la gente, sempre più propensa a seguire nuovi stili di vita. Le donne, che costituiscono circa il 60% degli studenti universitari, chiedono diritti reciproci nel matrimonio facendo crollare l'aspetto tradizionale fondato sul predominio dell'uomo. Lo dimostra il fatto che, negli ultimi anni, il maggior numero di richieste di divorzio è stato avanzato da donne, il 68% delle quali casalinghe.

Sotto accusa sono anche i social network, colpevoli di creare disattenzione e cambiamento nello stile di vita delle famiglie. Un fenomeno che ha suscitato la reazione della vice presidente dell'Iran con delega alle donne e alla famiglia, Shahindokht Molaverd, che ha riferito come i dialoghi in famiglia sono talvolta ridotti ad appena 17 minuti al giorno.

La crescita del numero di divorzi e la diminuzione dei matrimoni (in Iran ci sono 11 milioni di adulti non sposati) ha colpito anche il tasso di crescita della popolazione, con sempre meno figli. A ciò si aggiunge il crollo definitivo di un valore di base, segnato dai giovani che scelgono la convivenza. Un fatto assolutamente impensabile appena qualche anno fa

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