PALERMO. È la prima causa di mortalità delle donne nel mondo, al punto da fare registrare una diagnosi ogni 23 secondi e una morte ogni 69.
È il tumore alla mammella, una patologia di cui si è discusso oggi allo Iemest di Palermo, con un approccio integrato tra medici, psicologi e pazienti che lo hanno affrontato.
L'iniziativa è organizzata in occasione del "Bra day e Medicina di Genere", la giornata internazionale per la consapevolezza sulla ricostruzione mammaria, giunta alla sua quarta edizione, e organizzata in più di dieci Paesi.
Domani, alle 17, allo Iemest, l'apertura dei lavori a cura dell'Aidop con, tra gli altri, la parlamentare Teresa Piccione e dopo, una tavola rotonda tra pazienti e associazioni con, al termine, una sfilata con protagoniste le donne che hanno affrontato il tumore, in una vera e propria "festa" per l'informazione e la consapevolezza femminile.
"Secondo i dati del centro nazionale di epidemiologia dei tumori, l'incidenza di mortalità del tumore al seno è stata di 38.286 donne colpite nel 2010, segnalando un trend in crescita, perché l'anno prima erano state 38.128 - spiega il chirurgo plastico Giuseppe Cuccia, responsabile scientifico dell'evento - ogni anno si aggiungono centinaia di casi.
Soltanto nel nostro Paese le italiane che muoiono sono 11mila l'anno, mentre ogni 15 minuti si registra una nuova diagnosi in tutta la Penisola. Se si considera poi la diffusione territoriale in cima alla classifica si colloca la Lombardia (7.425 casi nel 2009), seguita dal Veneto (4.361), dal Lazio (4.273), ma per gli studiosi conta molto il tasso grezzo, ossia quello relativo alla percentuale di donne colpite in proporzione al numero di abitanti: in questo caso il cancro alla mammella è più frequente in Friuli Venezia Giulia (215, 47 donne ogni centomila), poi in Emilia Romagna (200,62 su centomila), in Veneto (199,01), in Piemonte (195,59), in Puglia (85,58) e in Sicilia (103,80).
Oggi fortunatamente la maggior parte delle pazienti arriva a guarigione completa e remissione della malattia".
Gli esperti hanno sottolineato l'importanza di un approccio multidisciplinare per contrastare i segni lasciati dalla malattia, dal sostegno psicologico allo screening, soprattutto nel caso di giovani pazienti.
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