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Burkini in spiaggia vietato: polemica in Francia
Alfano: in Italia nuove norme sull'Islam

Foto Ansa

PARIGI. Mentre anche il sindaco di Le Touquet, località balneare nel nord della Francia, annuncia il divieto di portare il burkini sulle spiagge del territorio comunale, diverse associazioni di tutela dei diritti dell'uomo insorgono contro un provvedimento che ritengono discriminatorio.

Vietare questi costumi da bagno che coprono tutto il corpo, usati dai musulmani molto osservanti, è "un gesto di stigmatizzazione che lede le libertà individuali", ha commentato ai microfoni di France Info il presidente onorario della Lega dei diritti dell'uomo (Ldh), Michel Tubiana, secondo cui "non si deve imporre alle persone, qualsiasi cosa si pensi del significato del burkini, il modo in cui si devono vestire".

L'attivista critica anche il governo, che a suo parere avrebbe dovuto prendere posizione contro le ordinanze di divieto. Si è mosso invece sul fronte giudiziario il Consiglio contro l'islamofobia in Francia, che ha presentato ricorso d'urgenza al Consiglio di Stato contro il provvedimento della città di Cannes che vieta il burkini. Una prima richiesta di blocco del provvedimento, presentata al tribunale amministrativo di Nizza, è stata respinta. Sempre secondo quanto riferisce France Info, l'esempio è stato seguito da diverse altre associazioni, islamiche ma anche laiche, che si sono rivolte ai tribunali competenti per chiedere l'annullamento dei divieti.

Nel frattempo, è arrivata la presa di posizione del primo esponente del governo a esprimersi in materia, il ministro dei Diritti delle donne Laurence Rossignol, che si dice d'accordo con la necessità di "combattere il burkini" ma senza dietrologie. "E' una versione da spiaggia del burqa, perché è la stessa logica: si tratta di rinchiudere, di dissimulare il corpo delle donne per controllarle meglio", spiega al quotidiano Le Parisien, bollando il costume integrale come "simbolo di un progetto politico ostile alla mescolanza e all'emancipazione delle donne".

Intanto, sulla possibilità di vietare burqa e velo in Italia interviene il ministro dell'Interno Alfano: "Il ministro dell'Interno ha la responsabilità di garantire la sicurezza e di scegliere il livello di durezza nelle risposte, che però non diventi mai provocazione potenzialmente capace di attirare attentati", sottolinea in un'intervista al Corriere della Sera. Quanto al divieto del burkini a Cannes e a Sisco, in Corsica, "non mi sembra, ahimè, che il modello francese abbia funzionato per il meglio".

"Stiamo lavorando per agevolare il consolidamento di un modello di imam che abbia una formazione in Italia per poter operare nel nostro Paese. Inoltre, chiediamo alle comunità islamiche un contributo per individuare i soggetti che si radicalizzano anche per intensificare i controlli sui finanziamenti in arrivo dall'estero. È necessaria un'emersione di tutti i luoghi di culto, con pieno rispetto delle regole, per evitare le mini moschee nei garage". Poi aggiunge: " Nei confronti dell'Islam il mio approccio è costituzionale, perché la nostra Carta garantisce a tutti la libertà di culto; liberale, perché esiste un diritto naturale che precede le leggi e le costituzioni; pragmatico, perché in Italia ci sono un milione mezzo di musulmani che io non posso certo considerare terroristi o fiancheggiatori dei terroristi; severo, perché ho espulso nove imam in quanto c'è una differenza tra pregare e inneggiare all' odio e alla violenza".

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