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Cannabis, Veronesi: il proibizionismo non funziona e crea mercato nero

ROMA. «Da sempre credo che il proibizionismo non sia efficace nel limitare o eliminare l'uso di sostanze dannose. E anche nel caso della cannabis i fatti mi danno ragione, perché un divieto che non viene osservato da circa il 70% della popolazione, questa è la percentuale approssimativa di chi fuma marijuana in Italia, è senza dubbio un fallimento». Lo dice l'oncologo ed ex ministro della Salute Umberto Veronesi, in un'intervista a QN.

«Oltre ad essere inutile al suo scopo, il proibizionismo è poi dannoso socialmente perchè crea un mercato nero, che a sua volta alimenta la criminalità»: Veronesi cita il caso del Colorado, dove «a un anno dalla liberalizzazione delle droghe leggere, la criminalità è crollata e i consumi non sono aumentati».

Sarebbe «più radicale» della legge in discussione: «Sono a favore della liberalizzazione totale, ma questo progetto è già un ottimo passo avanti per l'Italia». L'oncologo riterrebbe «una buona idea» la vendita in negozi autorizzati dai Monopoli: «Vendere cannabis come si vendono alcol e sigarette. La differenza è che l'alcol crea dipendenza e una certa mortalità, le sigarette creano meno dipendenza ma un'alta mortalità, mentre la cannabis crea nessuna dipendenza e nessuna mortalità».

«Se un ragazzo mi chiede se è meglio fumare uno spinello o una sigaretta io gli rispondo: 'Nessuna delle due'. Ma se insiste per una risposta devo dirgli, da medico, meglio la marijuana», anche se «mai e poi mai consiglierei a nessuno di fumare marijuana perché è comunque una droga, e una droga è comunque un male», conclude.

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