BOLZANO. Una recinzione lunga 370 metri e alta quattro metri potrebbe divenire il simbolo dell'emergenza profughi in Europa. L'Austria, reduce da una tornata elettorale che ha visto il trionfo della destra xenofoba, minaccia di fare sul serio.
Se Roma non consentirà ai poliziotti austriaci di salire sui treni già in Italia per fare i loro controlli contro l'ingresso di migranti, la frontiera sarà blindata : «Non sarà un muro e non ci sarà filo spinato - ha detto il capo della polizia della regione del Tirolo Helmut Tomac - ma sarà una recinzione per incanalare gli eventuali flussi di migranti». Immediato l'altolà del premier Matteo Renzi: «L'ipotesi di chiudere il Brennero è sfacciatamente contro le regole europee, oltre che contro la storia, contro la logica e contro il futuro». E in serata anche il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, è stata netta: «L'Austria - ha detto - sa benissimo che non può fare controlli sul territorio italiano e noi non accetteremo controlli sul nostro territorio». A fermare, almeno per alcune ore, i lavori per la barriera al valico italo-austriaco ci ha pensato la neve, che oggi è caduta abbondantemente.
Dopo un vertice delle forze dell'ordine italiane, austriache e tedesche, Tomac ha presentato al valico alla stampa il 'Grenzmanagement', la gestione di confine. Al passo, largo appena 300 metri, passano autostrada, statale e ferrovia. «L'Austria non intende isolarsi, ma effettuerà serrati controlli e permetterà l'ingresso solo agli avventi diritto», ha ribadito Tomac. Sul versante austriaco non ci sarà nessun centro di accoglienza. I richiedenti asilo saranno immediatamente identificati, registrati e portati ad Innsbruck, mentre l'Italia dovrà farsi carico dell'assistenza degli altri. Tomac ha ricordato che l'Austria ha stabilito per il 2016 un tetto di 37.500 richieste di asilo.
Sull'autostrada ci saranno quattro corsie - due per i Tir e due per le auto - per «controlli a vista» dei mezzi che dovranno transitare al massimo a 30 km/h. «Mezzi sospetti - ha spiegato il capo della polizia tirolese - saranno deviati in un'apposita zona di controllo, riducendo in questo modo il più possibile rallentamenti alla circolazione». Nessuno può però escludere lunghe code, che potrebbero arrivare anche fino a Vipiteno. Al valico saranno in servizio 250 poliziotti austriaci e «in caso di necessità» anche soldati. Al Brennero i migranti arrivano però quasi esclusivamente in treno.
Le autorità austriache chiedono perciò di poter effettuare controlli sui treni già sul territorio italiano, altrimenti ci sarà uno stop forzato per tutti i treni provenienti da sud a Steinach, subito dopo il confine. Il nodo dei controlli austriaci in Italia non è stato sciolto durante l'odierno vertice delle forze dell'ordine e sembra rinviato all'incontro degli ministri degli Interni Angelino Alfano e Wolfgang Sobotka domani a Roma. «Il nostro compito - ha fatto sapere Alfano - è convincere i nostri partner austriaci dell'insensatezza dei loro comportamenti». La linea dura di Vienna è stata bocciata dall'Italia. Come Renzi, anche il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha ribadito che «la chiusura di confini all'interno dello spazio Schengen non può essere decisa da singoli Stati».
«Chiudere il valico del Brennero - ha aggiunto il ministro Graziano Delrio - non solo è un danno economico, ma anche un danno enorme al progetto dell'Europa». Secondo la presidente della Camera Laura Boldrini, «non è la strada giusta, perchè divide. È la resa dell'Unione europea, vuol dire alzare bandiera bianca». Sul Brennero è intervenuto anche il commissario europeo per l'Immigrazione, Dimitris Avramopoulos. «Invece di erigere muri - ha detto - dovremmo costruire dei ponti, e comunque quello che sta avvenendo tra Austria e Italia deve essere spiegato e chiarito da Vienna».
Per il senatore Maurizio Gasparri, invece, «i Paesi confinanti hanno tutto il diritto di controllare le proprie frontiere se l'Italia continua a trasportare clandestini dall'Africa». Nel frattempo, il parlamento austriaco ha approvato - con soli 4 voti contrari - la legge che inasprisce il diritto d'asilo. In caso di «stato d'emergenza», i confini potranno essere completamente chiusi a migranti e profughi.
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