Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Trema la terra in Ecuador, magnitudo 7.8: più di 200 morti

QUITO. L'Ecuador è in ginocchio dopo il violento terremoto, il più forte mai registrato nel Paese, che ha sfiorato magnitudo 8 lasciando devastazione, morti e ancora tanti dispersi. Il tragico bilancio, ancora provvisorio, parla di 235 morti e oltre 1.500 feriti. Ma i numeri sembrano destinati a salire, anche alla luce dei tanti ancora intrappolati sotto le macerie per i quali è scattata una corsa contro il tempo, scavando anche a mani nude. Il forte sisma - 7.8 la 'potenzà registrata dai sismografi -  ha raso al suolo palazzi, distrutto alcuni ponti e autostrade, danneggiato diverse infrastrutture.

Il primo bilancio parlava di 77 vittime, ma poche ore dopo il presidente Rafael Correa, che ha interrotto il suo viaggio a Roma dove ha preso parte a un convegno in Vaticano, ha annunciato su twitter che i morti erano almeno 233, poi diventati 235. Correa ha dichiarato lo stato di emergenza in 6 delle 24 province del Paese (Guayas, Manabi, Santo Domingo, Los Rios, Esmeraldas e Galapagos), mentre sono già stati mobilitati 10mila soldati e 4.600 poliziotti nelle città devastate dal sisma dove i soccorritori hanno molte difficoltà a raggiungere le numererose persone intrappolate tra le macerie.

L'epicentro è stato registrato sulla costa, 170 chilometri a nordest della capitale Quito, dove la scossa è stata pure avvertita per 40 lunghissimi secondi, provocando il panico tra la gente.

Il vicepresidente dell'Ecuador, Jorge Glas, ha detto che le vittime sono state segnalate nelle città di Manta, Portoviejo e Guayaquil. A Pedernales, città di 40mila abitanti vicino all'epicentro, decine di persone spaventate hanno dormito per strada, mentre i sopravvissuti con il solo aiuto dei fari delle auto cercano di aiutare chi è rimasto intrappolato sotto le macerie, scavando anche con le mani.

Il sindaco, Gabrile Alcivar, ha lanciato un appello alle autorità per l'invio di escavatrici e di squadre di soccorso, segnalando che ci sono stati anche diversi saccheggi. Intanto, è scattata la gara di solidarietà per aiutare la popolazione colpita dal terremoto. Caritas Italia ha già stanziato 100 mila euro, mentre Oxfam ha annunciato di «essere al lavoro, con una squadra sul campo, per valutare l'entità dei danni e decidere le prime misure d'intervento» in accordo con il governo.

Sulla tragedia che ha colpito l'Ecuador, è intervenuto anche il premier italiano, Matteo Renzi: «La nostra protezione civile a disposizione per aiutare l'Ecuador e il suo popolo», scrive in un tweet sottolineando che il Dipartimento «è già in contatto con Bruxelles». In una nota congiunta, l'Alto rappresentante Ue Federica Mogherini e il commissario per gli aiuti umanitari e la gestione delle crisi Christos Stylianides, fanno sapere che «su richiesta dell'Onu, l'Ue ha attivato il sistema di protezione civile europeo per fornire tutto l'aiuto possibile all'Ecuador. I Paesi che partecipano al sistema stanno valutando quale tipo di sostegno e assistenza mettere a disposizione».

In Giappone, nel frattempo, proseguono le ricerche di eventuali sopravvissuti al terremoto che ha colpito il Paese nelle prime ore di sabato notte. Nel villaggio di Minamiaso devastato da una valanga, 2.000 soccorritori lottano contro il tempo alla ricerca di almeno 13 persone che risultano disperse. Il bilancio totale delle vittime a partire da giovedì è fermo a 41 morti accertati. Sui terremoti che hanno colpito prima il Giappone e poi l'Ecuador, papa Francesco ha rivolto una preghiera.

Caricamento commenti

Commenta la notizia