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Miriam Leone risponde alle critiche: non posso piacere a tutti

ROMA. Impegnata in tv con la serie "Non uccidere", al cinema con il secondo film di Pif, Miriam Leone si concede una pausa e si racconta in un'intervista al settimanale Gioia.

Parla anche delle critiche nei suoi confronti: c'è chi infatti l'ha attaccata, dicendo di essere "una che se la tira".

"Non è che puoi piacere a tutti, - replica l'attrice - questo sta nel conto, ma non è mica una malattia. Però, se si prendessero del tempo per bere qualcosa con me, magari cambierebbero idea".

La stessa Miriam ammette comunque di essere sempre stata una un po' "fuori dagli schemi": "Anche a Miss Italia ero un po' marziana - dice -. Venivo dalla provincia di Catania, ero stata a Roma per capire se potevo seguire una scuola di cinema o teatro, ma non mi voleva nessuno. Non avevo idea di come si facesse a partecipare ad un provino. A quel punto, ho pensato: 'Vabbè, facciamo questa cosa anni Cinquanta!'. Sono stata molto fortunata, quell'anno Anne Strasberg scelse cinque ragazze su cento per una borsa di studio per un master all'Actor Studio. Io ero tra loro".

Dopo la parentesi di Miss Italia, Miriam Leone si è subito dedicata alla sua più grande passione: la recitazione. "Da piccola avevo già una vocazione più grande di me, mi sono sempre sentita un po' diversa. Mi incantavano le parole, amavo ascoltare le storie. Soprattutto quelle che raccontava mio nonno, che era stato in Libia, e che io ascoltavo con il dito puntato sull'atlante".

"Già in qualche modo sentivo che la mia vita non si sarebbe svolta nello stesso luogo in cui sono nata - spiega -. Mio padre era un professore di lettere in pensione, la nostra casa era piena di libri, appena avevo una curiosità mi bastava aprirne uno e viaggiare. Piuttosto che giocare con le Barbie leggevo l'Odissea. E poi mi piaceva l'idea di entrare nelle vite degli altri, travestirmi e imitarli".

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