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Obama: "Sconfiggeremo l'Isis, ma c'è rischio di lupi solitari"

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama

WASHINGTON. «Colpiremo l'Isis più duramente che mai e lo sconfiggeremo. Ma i lupi solitari sono difficili da individuare». Barack Obama torna a parlare agli americani e, in un'affollata conferenza stampa di fine anno alla Casa Bianca, prima di partire in vacanza con la famiglia alle Hawaii, cerca di rassicurare il Paese sulle minacce del terrorismo. Senza dimenticare però gli impegni presi durante il suo mandato che - precisa - saranno portati a termine. Primo tra tutti, la chiusura del supercarcere di Guantanamo.

«Sconfiggeremo l'Isis con la sistematica riduzione delle loro risorse, strappando loro il territorio, togliendo di mezzo i leader e smantellando le infrastrutture. Non avranno alcun posto sicuro», ha detto il presidente Usa che poi è tornato a rassicurare i cittadini: «Il nostro lavoro più importante è mantenere la sicurezza dell'America ma - ribadisce, rispondendo a chi lo critica di non fare abbastanza nella lotta all'Isis - dobbiamo rimanere vigili. Dobbiamo rifiutarci di avere paura».

Obama ha poi ammesso che è difficile stanare i lupi solitari: «Così come è difficile individuare gli omicidi di massa», ha detto riferendosi alla strage di San Bernardino, in California, dove il presidente farà tappa, prima di dirigersi alle Hawaii, per incontrare le famiglie delle vittime accompagnato dalla moglie Michelle. Nel discorso di fine anno, Obama non dimentica la Siria e, nello stesso giorno in cui i rappresentati dei Paesi riuniti a New York per trovare una soluzione alla crisi hanno raggiunto un accordo sul testo di una risoluzione, ribadisce che «Assad deve lasciare per far sì che nel Paese si metta fine al bagno di sangue. Non ci sarà pace senza un governo legittimo», ha sottolineato citando ad esempio la Libia: «Chi dice che avremmo dovuto lasciare Gheddafi dimentica che aveva perso legittimità, se lo avessimo lasciato avremmo un'altra Siria in Libia».

Quindi, il presidente fa mea culpa: «C'è stata una mancanza da parte della comunità internazionale» in Libia e «gli Stati Uniti sono in parte responsabili». Un'altra questione affrontata dal presidente è la prigione di Guantanamo. Obama si dice pronto a collaborare con il Congresso, ma presenterà un piano nel 2016 per la chiusura del centro di detenzione. «Guantanamo è costosa ed è centrale nel reclutamento di jihadisti. Ridurremo i detenuti a meno di 100 all'inizio del prossimo anno», ribadisce. Durante la conferenza, il presidente ha interpretato il 2015 come uno dei progressi più significativi della sua agenda, indicando la diplomazia con Iran e Cuba e l'accordo commerciale Tpp come grandi vittorie per la sua amministrazione.

Ha anche elogiato la decisione della Corte Suprema di legalizzare i matrimoni gay. «Eppure - ha detto - ho in programma di fare molto di più nel 2016. All'inizio dell'anno avevo detto che le cose più interessanti accadono nel quarto trimestre. E siamo solo a metà». Il presidente si è quindi congedato dalla stampa dopo un'ora di conferenza: «Scusate, vado a seguire la proiezione di Star Wars».

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