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L'Unesco elegge Parma città creativa della gastronomia

ROMA. Parma vanta il titolo di 'città creativa della gastronomia' e fa ufficialmente ingresso nel network delle città creative a tema food e cultura gastronomica dell'Unesco. Un debutto, in un trionfo di tortelli, anolin, paste ripiene e non, Parmigiano, Prosciutto di Parma, accolto a Parigi, nell'ultima tappa del negoziato, con molto entusiasmo; Irina Bokova, direttore generale di Unesco, l'ha annunciato personalmente al sindaco Federico Pizzarotti. Parma è la prima città italiana ad ottenere questo ambito riconoscimento internazionale, oggi conquistato anche da Bergen (Norvegia), Belem (Brasile), Burgos (Spagna) e Phuket (Thailandia).

L'Unesco, per il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina, «ha riconosciuto che il cibo è il simbolo di una comunità, il risultato di un processo identitario che dimostra la nostra creatività, anche in questo campo. Nessuno potrà replicare la capacità di chi il cibo lo produce e lo rende unico al mondo. Sono particolarmente soddisfatto di questo risultato» commenta il ministro Martina, che sottolinea come «la visibilità dell'Unesco e delle sue città creative aiuterà non solo Parma ma tutto l'agroalimentare italiano per contrastare anche quei fenomeni di Italian sounding che fanno delle nostre produzioni tipiche le più imitate al mondo».

Al punto che, lamenta Coldiretti, «purtroppo il termine Parma è il più usurpato per indicare produzioni che nulla hanno a che fare con il territorio, dal Parmesan statunitense al Parma salami messicano fino al Prosciutto di Parma del Canada. Quello Unesco - a giudizio di Coldiretti - è dunque un riconoscimento-dovuto per tutelare il buon nome di una città che è sinonimo di buona alimentazione nel mondo».

Al buon esito della candidatura di Parma hanno lavorato tutte le istituzioni: Mipaaf, Comune di Parma, e Regione Emilia Romagna, insieme al ricco tessuto associativo e consortile dell'area.

«Un riconoscimento che premia insieme a Parma, tutta l'Emilia-Romagna. Come Regione - dice il presidente Stefano Bonaccini - abbiamo creduto fin dall'inizio in questa candidatura». «Rafforza la vocazione internazionale di Parma il riconoscimento che può aprire la strada ad importanti sviluppi per la nostra economia, soprattutto in campo turistico» commenta il sindaco di Parma Pizzarotti. Entrare nel network delle Città Creative per la Gastronomia dell'Unesco, conclude Pier Luigi Petrillo, il giurista che ha condotto il negoziato per il ministero dell'Agricoltura, «significa ottenere un riconoscimento mondiale per le produzioni tipiche agro-alimentari, potendo così sviluppare, con le altre Città già inserite nel prestigioso Network, percorsi di condivisione e cooperazione, volti a valorizzare il nostro made in Italy».

Dal 2004 ad oggi erano state soltanto otto quelle riconosciute dall'Unesco come 'Città creative per la Gastronomià: Popayan (Colombia), Chengdu (Cina), Oestersund (Svezia), Jeonju (Sud Corea), Zahle (Libano), Florianopolis (Brasile), Shunde e Tsuruoka (Giappone). Parma, dunque, è la prima italiana in questa lista.

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