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Due donne cinesi massacrate a Pordenone, fermato un connazionale

L'uomo era stato fermato ieri sera nelle immediate vicinanze dell'appartamento dov'è stato consumato l'efferato delitto

PORDENONE. È stato arrestato nella notte il presunto autore del duplice omicidio delle due donne cinesi avvenuto ieri sera a Pordenone. Si tratta di Yongxin Wu, 57 anni, anch'egli di origini cinesi, consuocero della vittima più anziana e socio in affari di entrambe nella gestione di un bar che si trova poco distante dal luogo del delitto. L'uomo era stato fermato ieri sera nelle immediate vicinanze dell'appartamento dov'è stato consumato l'efferato delitto.

La persona sospettata dell'efferato crimine - nell'appartamento c'era sangue ovunque, con le vittime colpite al collo con un'accetta e un coltello - era arrivato nel capoluogo friulano ieri sera in treno, proveniente da Milano. Subito dopo aver consumato il delitto, l'uomo è stato bloccato in strada dal genero - nonchè figlio e fratello delle vittime - con cui è nata una colluttazione, per sedare la quale alcuni passanti avevano chiesto l'immediato intervento delle forze dell'ordine. Appena notati abiti e mani sporchi di sangue, gli agenti hanno capito che era stato compiuto un massacro: appena varcato la soglia dell'appartamento ne hanno avuto la conferma.

Si tratta dell'ennesimo duplice omicidio a Pordenone, il terzo in soli sette mesi, con sei vittime in totale. L'ultimo delitto è stato commesso ieri sera, attorno alle 21.30, in viale Marconi, pieno centro cittadino. La mattanza - perchè di questo si tratterebbe, con sangue ovunque, secondo quanto riferito dagli investigatori - si è consumata in un appartamento al primo piano del condominio al civico 19. Vittime due donne di origini cinesi, madre e figlia rispettivamente di 46 e 22 anni. A massacrarle, con un'arma da taglio - potrebbe essere stata usata un'accetta - sarebbe stato un congiunto e socio in affari delle vittime. Un uomo, sempre di origini cinesi, di circa 45 anni, che è stato immediatamente fermato dalle forze dell'ordine.

L'allarme è stato lanciato da un passante che ha notato due stranieri che gridavano a bordo strada. Sul posto sono giunti due equipaggi della Squadra Volante ed altrettante vetture  della locale Compagnia Carabinieri. Gli investigatori hanno separato i contendenti notando che uno di essi aveva le mani e i vestiti sporchi di sangue e anche dalla concitazione dell'altra persona hanno capito che poteva essere accaduto qualcosa di grave. Sono, quindi, saliti al primo piano dello stabile e hanno rinvenuto le due donne prive di vita, in un lago di sangue: la madre era stesa a terra, mentre la figlia era riversa su una sedia, entrambe colpite con fendenti al collo. Immediatamente, i due cinesi sono stati fermati e portati in Questura per essere sottoposti ad interrogatorio. A tarda ora gli inquirenti erano persuasi di aver risolto il caso: l'assassino sarebbe un parente con cui le due donne gestivano un bar che sorge poco distante dal luogo del delitto. L'altra persona accompagnata in Questura sarebbe un connazionale che aveva cercato di bloccare l'assassino. Il movente sarebbe legato a questioni economiche.

La cittadina è sotto choc: dal 17 marzo sono ben sei le persone uccise, due a due. La prima coppia ad essere trucidata è stata quella dei fidanzati Trifone Ragone e Teresa Costanza. Poco meno di un mese dopo, il 15 aprile, un marocchino di 39 anni, Abdelhabi Lahmar, ha ucciso la moglie Touria, di 30 anni, e la figlioletta, di soli sette anni, sgozzandole a colpi di accetta all'interno della loro abitazione. Stasera, l'ultimo delitto, vittime madre e figlia cinesi. Tra un delitto e l'altro di questa scia di sangue, che non ha precedenti nella storia
della città friulana, non c'è tuttavia alcun nesso.

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