TOKYO. Muore di vecchiaia dopo aver trascorso più della metà della sua vita nel braccio della morte, perché condannato alla pena capitale. E' accaduto in Giappone, dove Okunishi Masaru, domenica mattina, all'età di 89 anni è morto nel reparto ospedaliero della prigione di Hachioji.
La storia è stata raccontata dal Corriere della sera. Masaru fu condannato all’impiccagione nel 1969, con l'accusa di avere ucciso cinque donne.
Fino al giorno della sua morte, però il detenuto si è sempre proclamato innocente, accusando la polizia di averlo costretto a confessare sottoponendolo anche ad atti di tortura e a interrogatori violenti condotti in assenza dell’avvocato.
Come spiegato dal Corriere, nel corso del lunghissimo iter giudiziario un tribunale gli aveva dato ragione, annullando la condanna a morte, poi reimposta. Per decenni, Okunishi Masaru ha chiesto un nuovo processo, mai celebrato. Cosi, domenica mattina è morto prima dell’impiccagione ma dopo aver trascorso per 46 anni ogni suo singolo giorno come fosse l'ultimo, in attesa dell'esecuzione.
In Giappone, i prigionieri condannati alla pena di morte passano decenni in isolamento per poi venire informati dell'esecuzione solo poche ore prima. Ogni giorno quindi è vissuto come fosse l'ultimo, tanto che molti dei detenuti condannati finiscono per impazzire.
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