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Palatina scontro Ars-ministero: da Roma pronti a non far pagare i turisti

Toni duri dal responsabile del Fondo edifici di culto: «Dall'Ars parole meschine». Palazzo dei Normanni: «Non volevamo offendere»

PALERMO. Il monumento della discordia. È la Cappella Palatina di Palermo, protagonista di uno scontro tra l'Assemblea regionale siciliana e il Fondo edifici di culto del ministero dell' Interno (Fec). Dopo le dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi dal presidente dell' Ars, Giovanni Ardizzone, lo Stato storce il naso e dice la sua.

Il bene è gestito dall'Assemblea regionale che attraverso la Fondazione Federico II si occupa dei servizi turistici. Questo è stato possibile grazie a una convenzione del 2004 tra l'Ars e la parrocchia San Pietro Apostolo che si trova all'interno della Cappella Palatina. Convenzione che stabiliva il versamento da parte dell'Ars di 120 mila euro l'anno alla parrocchia. Soldi che servivano per la gestione della struttura.

 

La convenzione però è scaduta da circa cinque anni e secondo quanto affermato dal presidente Ardizzone, si è fatto vivo il Fec, proprietario del monumento, per avere una percentuale sugli incassi della basilica che si trova all'interno di Palazzo dei Normanni. «Il presidente dell'Ars mi ha lasciato a bocca aperta quando ha rinfacciato i 120 mila euro - afferma il prefetto e capo dipartimento libertà civili e immigrazione del ministero dell'Interno direzione Fec, Mario Morcone -. Grazie al ricavato della Cappella Palatina hanno messo a posto i debiti di bilancio. Con questo mo numento hanno fatto commercio».
I toni del Fec si fanno sempre più duri e tra le proposte che saranno discusse a settembre durante una riunione che si terrà a Roma tra i tecnici del ministero dell' Interno e il presidente Ardizzone, c'è anche la possibilità di togliere la gestione della Cappella Palatina alla Fondazione Federico II.

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