PALERMO. Dopo settimane di trattative, i sindacati hanno firmato l’accordo proposto dal governo per rendere revocabile la domanda di prepensionamento. Primo passo per uscire dalle sabbie mobili che hanno finora paralizzato l’attuazione della principale riforma approvata con l’ultima Finanziaria.
Il termine per presentare le domande e lasciare gli uffici con i requisiti in vigore prima della riforma Fornero scade infatti il 15 luglio. Ma ciò ha provocato due problemi: il primo è che entro la stessa data lo Stato può impugnare la legge, il secondo è che nel frattempo la Regione deve modificare all’Ars alcuni errori nell’individuazione della base su cui calcolare l’assegno di quiescenza.
Sono due incognite che potrebbero provocare esodati (nel primo caso) o pensionati con assegni molto inferiori alle attese. E per questo motivo a meno di un mese dalla scadenza del termine sono state presentate meno di 50 domande di prepensionamento rispetto alle 1.100 attese. Un colpo per le finanze regionali, visto che questo esodo dovrebbe alleggerire il peso della spesa per stipendi e pensioni (gli assegni subiranno comunque un taglio, seppure ammorbidito, visto che si avvicineranno ai parametri statali).
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