PALERMO. «Ancora oggi la Sicilia ha 22 mila forestali e il Veneto 400. Siamo del nord e siamo abituati a rimboccarci le maniche, non a guardare chi ci f... i soldi». Per Luca Zaia, il governatore del Veneto che ieri al raduno di Pontida è stato applaudito come una star dal «popolo padano», i forestali siciliani rappresentano simbolo e metafora della ”malaspesa pubblica” in Italia.
Anzi, per dirla con Matteo Salvini, «nelle Italie». Zaia, che sul palco del «sacro prato» è intervenuto prima del padre fondatore Umberto Bossi, ha ricordato «le prime missioni da ministro (dal 2008 al 2010, ministro delle Politiche agricole nel governo Berlusconi, ndr) fatte in Sicilia, in Calabria, in Puglia dove ho trovato gente che non mi chiedeva di assumere ancora forestali, ma diceva: fate in modo che ci siano meno forestali».
«Ho trovato cittadini — ha aggiunto — che mi parlavano degli sprechi. La Lega ha l’obbligo di difendere fino in fondo la propria gente, i cittadini del nord, ma ha anche l’obbligo di dare voce alla foresta che cresce e nessuno ascolta. Questo è il senso del buon governo, del rispetto della nostra gente, del fatto che le nostre tasse non possono essere continuamente sprecate».
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