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Mattarella parla alla Fao: "Le disuguaglianze e le esclusioni aprono fratture sociali"

«La strada da percorrere rimane lunga. Non possiamo dimenticare - ha aggiunto - che 800 milioni di persone vivono ancora nella disperazione non avendo il cibo per nutrirsi. O non avendone a sufficienza per crescere sani e vivere da uomini liberi»

ROMA.  Le "disuguaglianze aprono fratture sociali" e frenano la crescita: non sono dunque un "prezzo necessario" della competitività, tantomeno dello "sviluppo sostenibile". Questa la chiave di un lungo ragionamento svolto da Sergio Mattarella nella sua prima visita alla Fao, l'organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura che ha l'obiettivo di accrescere i livelli di nutrizione e aumentare la produttività agricola.

In un discorso che ha affrontato anche il tema dell'immigrazione clandestina e del flusso inarrestabile dei profughi, il presidente della Repubblica ha chiesto con forza che "prevalga nel mondo la solidarietà sull'egoismo". "L'umanità non può rinunciare a sconfiggere la povertà e la malnutrizione. Contrastare la fame è una preziosa opera di pace", ha detto alla cerimonia d'apertura della 39/a Conferenza della Fao. Una solidarietà necessaria per affrontare "un problema epocale e che durerà a lungo" come quello dell'immigrazione che si riversa sui confini meridionali dell'Europa. "Soltanto contribuendo a migliorare le condizioni di vita di chi oggi fugge da guerre, persecuzioni o carestie sarà possibile contenere le dimensioni di un problema epocale, e con il quale dovremo convivere a lungo. Senza cooperazione tra Paesi e tra Continenti - ha spiegato Mattarella - ogni barriera diventerà insicura e finirà per alimentare ulteriormente odio e fanatismi". Questa la ragione per cui, ha proseguito il capo dello Stato, "al dovere morale di salvare vite umane, all'impegno di accogliere coloro che gridano aiuto, alla giusta lotta contro trafficanti di essere umani e criminali senza scrupoli, tutta l'Europa deve saper aggiungere una strategia che rafforzi la cooperazione con i Paesi di origine e di transito in modo da favorire la loro crescita economica e sociale".

Il presidente ha riconosciuto l'ottimo lavoro svolto dalla Fao in questi anni nel mondo dove si è dimezzato il tasso di denutrizione. Ma questo certamente non basta: "la strada da percorrere rimane lunga. Non possiamo dimenticare che 800 milioni di persone - inclusi 160 milioni di bambini minori di cinque anni - vivono ancora nella disperazione non avendo il cibo per nutrirsi. O non avendone a sufficienza - ha aggiunto - per crescere sani e vivere da uomini liberi". Per questo è impensabile fermarsi o rallentare. Anzi, ha sottolineato, i leader del pianeta sono oggi più che ieri "chiamati a decisioni davvero storiche", perchè sprechi, inquinamento e scarsa attenzione a cibo e acqua stanno portando il pianeta a "perdere le proprie funzioni vitali".

Infine un appello, una "chiamata" morale alla solidarietà per aggredire le disuguaglianze e lasciare alle future generazioni un mondo più solidale: "sconfiggere la povertà e la malnutrizione è possibile. Difficile ma possibile. L'umanità non può rinunciare a questo traguardo. Non ci sarà mai vera pace se permarranno queste disparità. Le nazioni devono far prevalere la solidarietà sull'egoismo. Il dialogo e la cooperazione - ha assicurato Mattarella - possono battere il fanatismo e la sopraffazione".

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