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"Fanalini" sulle tavole da surf per allontanare gli squali

ROMA. Non più solo mute e tavole "mimetiche" ma ora anche "fanalini di coda" ai surf. Sono i nuovi possibili deterrenti per gli squali allo studio di un team di ricercatori dell'Università del Western Australia che condurrà esperimenti ad hoc dal mese prossimo in Sudafrica. Un nuovo modo, sottolineano, per far sembrare i surfisti un po' meno foche e dunque target appetitosi per i predatori del mare.

Il lavoro dei ricercatori australiani parte dalla teoria che spesso gli squali attaccano i surfisti perché la sagoma della tavola viene confusa con la silhouette di una delle loro prede preferite: le foche. Un'ipotesi che viene ormai quasi data per scontata, ma che non ha alle spalle grosse ricerche che cercano di capire cos'è effettivamente che attrae gli squali e come prevenire questa confusione. A questo scopo gli scienziati stanno filmando e registrando il suono delle foche che nuotano nello zoo Taronga di Sydney e quello delle persone che nuotano e surfano nello stesso ambiente.

"Quello che cerchiamo di capire - spiega Nathan Hart, che fa parte del team di ricerca - è a cosa sono interessati gli squali e quali sono i segnali emessi dalle loro prede, per vedere se e quali di questi aspetti li inducono a considerare i surfisti come prede". Ad esempio, aggiunge, "se riuscissimo a capire che è la forma della tavola da surf ad attrarre" i predatori allora "forse 'rompendo' quella silhouette con delle luci sulla coda potremmo creare un deterrente per gli squali".

Questa particolare teoria sarà testata il prossimo mese ponendo delle luci su alcuni fantocci-richiamo usati dalle guide turistiche sulle coste sudafricane per attirare gli squali bianchi per avvistamenti ravvicinati. Se questa teoria si rivelerà corretta, i richiami con le luci dovrebbero attrarre meno squali rispetto a quelli senza luci. Di conseguenza, spiegano i ricercatori, attaccando delle luci in coda alle tavole da surf dovremmo avere lo stesso effetto.

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