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Traghetto, 10 morti e 38 dispersi. Ansia per un camionista messinese a bordo - Foto e video

BARI. Dopo 40 ore in balia delle onde altissime, del gelo, del fumo e delle fiamme che hanno avvolto il traghetto Norman Atlantic in viaggio dalla Grecia all'Italia, di certo al momento ci sono due numeri: i naufraghi messi in salvo, che sono sono 427 e quello degli italiani salvi, che sono 44 italiani (di cui 22 passeggeri). Il numero dei morti sembra purtroppo destinato a salire: in serata, con il recupero di altri due corpi, se ne contano 10.  E rimane il giallo se la nave trasportasse altre persone che non risultano nella lista dei passeggeri. Che certamente dovevano esservi: già stamattina due clandestini afghani sono comparsi nel gruppo dei 49 naufraghi giunti al porto di Bari su un mercantile.

Cresce l'attesa e l'apprensione per Giuseppe Mancuso, l'autotrasportatore di 57 anni, originario di Rocca di Caprileone (Me) che si trovava sulla Norman Atlantic e del quale non si hanno notizie da circa 30 ore. I familiari attendono novità nella loro casa in paese.

Oggi, per tutta la giornata, hanno tentato di mettersi in contatto con l'Unità di crisi della Farnesina per avere notizie. Alle 5 di mattina aveva telefonato a casa avvertendo dell'incendio a bordo della nave, poi non c'è stato più alcun contatto.

"E' scandaloso che ancora non ci sia una lista dei feriti, - sottolinea il deputato regionale di Forza Italia e sindaco di Rocca di Caprileone Bernadette Grasso -, delle persone decedute e di quelle tratte in salvo. Dalle ultime notizie sembra che Mancuso potrebbe essere nel gruppo fatto salire a bordo di mercantili per essere portati in salvo, ma anche di questo ancora non c'è certezza. Abbiamo anche saputo che non ci sarebbero fino ad ora italiani morti e questo ci ha un po' rassicurato".

Il figlio di Mancuso è un consigliere comunale. L'autotrasportatore è partito qualche giorno fa dalla Grecia e sarebbe dovuto arrivare a Brindisi per poi tornare a Rocca di Caprileone, dove l'aspettava la famiglia per festeggiare l'ultimo dell'anno.

Per questo oggi, mentre il settimanale greco To Vima, considerato tra i più autorevoli, ha diffuso il numero di 38 dispersi, il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi, si è affrettato a precisare che «fare le previsioni sul numero dei dispersi, l'abbiamo detto anche al ministro greco, ci sembra assolutamente prematuro. I numeri sono ballerini». Sulla Norman Atlantic - ha spiegato il ministro - sono state salvate 427 persone (tra cui 56 membri dell'equipaggio), otto sono i morti (in serata sono stati però trovati altri due corpo ndr), per un totale di 435. Sulla lista d'imbarco però i passeggeri erano 478, ma alcuni dei nomi delle persone salvate non figuravano su quella lista.

Dunque il «porto d'imbarco dovrà ora verificare la corrispondenza delle liste» anche perchè, durante il tragitto, il traghetto aveva effettuato uno scalo nel corso del quale alcuni passeggeri potrebbero essere scesi.  Anche il ministro della Difesa Roberta Pinotti ha confermato: «continueremo a scandagliare il mare per verificare se ci fossero ancora dispersi». Sull'imbarcazione, alla deriva per molte ore, c'è stato più di un momento di panico ed i soccorritori hanno dovuto fare i conti con il parapiglia dei naufraghi che si accalcavano cercando di essere soccorsi per primi. I militari portavano prima i bambini, le donne e gli anziani al livello dove potevano salire sull'elicottero - hanno raccontato alcuni superstiti - ma c'erano almeno una cinquantina di uomini che li picchiavano e li buttavano fuori per prendere il loro posto.  La gratitudine ai soccorritori che hanno lavorato incessantemente in uno scenario molto difficile, è arrivata oggi dal premier Matteo Renzi nel corso della conferenza stampa di fine anno. «Un intervento così ricco di passione, dedizione e tenacia ha consentito di evitare una vera e propria ecatombe», ha detto, a loro va la «mia gratitudine a nome di tutti gli italiani. Il lavoro dei nostri connazionali ci render orgogliosi del tricolore e della nostra comune appartenenza». Il comandante del Norman Atlantic, Argilio Giacomazzi, rimasto per ultimo sulla nave, dà una prova di «serietà», ha aggiunto il presidente del Consiglio. «È stata scritta una pagina interessante e bella di serietà», ma resta una pagina «drammatica per ciò che è accaduto e che ci riempie il cuore di dolore per le vittime».

E mentre tre procure, Bari, Brindisi e Lecce indagano su quanto avvenuto, la nave Norman Atlantic è stata posta sotto sequestro. «La magistratura albanese e quella italiana - ha spiegato in serata il ministero dei Trasporti - sono in contatto per decidere in quale porto verrà rimorchiata». L'ammiraglio Nicola Carlone, della Guardia Costiera, poco prima aveva chiarito che «la nave era perfettamente efficiente, rispondeva a tutti i requisiti»: durante l' ispezione il 19 dicembre a Patrasso erano state riscontrate 6 deficienze, di cui 2 immediatamente risolte e comunque «senza rilevanza» nell'incendio. Per le altre 4 era stata prescritta la soluzione in 14 giorni, ma comunque «l'autorizzazione ottenuta per partire significa che rispondeva a tutti i requisiti».

 

 

 

 

 

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