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Pasta «regina» della tavola, i segreti di uno degli alimenti più amati dai siciliani

I grani migliori non sono necessariamente italiani. Per questo, per fare una buona pasta, la materia prima va «mescolata». Parola di Gerardo Dalbon, tecnologo alimentare della De Cecco, che ha organizzato un tour informativo-promozionale

PALERMO. «Primo. Odoratela cruda. Dovete sentire il profumo della semola. Secondo, assaggiate l'acqua di cottura. Se sa troppo di amido non va bene. Una grande pasta rilascia pochissimo amido nell'acqua. E prima controllatene la cottura perchè la pasta richiede attenzione, non consente distrazioni, vuole cura. E se vi distraete puó capitarvene una scotta o una troppo al dente. E poi occhio al condimento perchè deve essere giusto. Anche se è troppo non va bene».

Ecco le istruzioni per mangiare al meglio un piatto di spaghetti e affini. Secondo i consigli di uno dei grandi chef italiani: Gennaro Esposito, patron di un ristorante bistellato, il Torre del Saracino a Vico Equense sulla costiera sorrentina in provincia di Napoli e un altro, il Marennà a Capri, insignito quest'anno con una Stella Michelin.

Esposito è un'autorità nel settore ed è stato protagonista di un mini tour conclusosi a Palermo e cominciato a Milano, in cui ha fatto da testimonial di un'iniziativa della De Cecco, tra i marchi italiani più famosi, leader mondiale nella fascia di mercato premium e con numeri imponenti di produzione, fatturato (oltre 400 milioni) e dipendenti, circa 1.800 tra l'Italia e l'estero.

Per Esposito parlare di pasta è un gioco facile. «Da bambino - dice - la mangiavo due volte, a pranzo e a cena». Ed ora per lavoro ne cucina tanti piatti al giorno. Con Esposito la De Cecco, azienda con radici in Abruzzo, a Fara San Martino, ha incontrato giornalisti, docenti dell'istituto alberghiero, food blogger ed altri addetti ai lavori per ribadire alcuni concetti molto semplici.

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