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Condannato al macello, il creatore dei Simpson salva il toro gay Benjy

Finirà i suoi giorni in più verdi (e senz'altro accoglienti) pascoli in Gran Bretagna, dove sarà trasferito prima delle feste di Natale

LONDRA. Moderna favola natalizia tra Hollywood e l'Irlanda: l'intervento di un miliardario della mecca del cinema ha salvato dal macello Benjy, un toro da riproduzione gay che i veterinari di quel Paese avevano condannato a morte perché le sue preferenze sessuali gli impedivano di svolgere il suo 'lavoro'. Il maestoso animale è stato acquistato da Sam Simon, il co-creatore dei Simpson, e finirà i suoi giorni in più verdi (e senz'altro accoglienti) pascoli in Gran Bretagna, dove sarà trasferito prima delle feste di Natale. L'annuncio è della Peta, l'associazione internazionale per la protezione degli animali. Benjy è un toro Charleroy: quest'anno, messo davanti a molteplici compagne nella contea di Mayo (Irlanda occidentale), si era ritratto senza metterle incinte. I veterinari avevano decretato che il toro era fertile, ma anziché dalle femmine era più attratto dall'animale maschio che aveva preso il suo posto.

Di qui la condanna a morte. Il proprietario di Benjy aveva annunciato l'intenzione di venderlo a un macello: se il seme del suo toro era inservibile, avrebbe almeno ricavato un guadagno in bistecche. Si erano mobilitati gli animalisti: il piano per trasferire Benjy in un'oasi faunistica di Norfolk (est dell'Inghilterra) dove già pascolano duemila animali di fattoria e cavalli 'rifiutati', sarebbe costato 5.000 sterline. Trecento donatori avevano contribuito con 4.000 sterline grazie a una campagna di fundraising organizzata dalla rivista online The GayUK, ma non era abbastanza. Ed ecco Simon: l'uomo dei Simpson, che finanzia un asilo per cani abbandonati a Malibu, ha appreso della vicenda di Benjy da amici della Peta. E ha aperto il portafogli dicendosi lieto di acquistare il toro e spedirlo in Inghilterra: "Tutti gli animali hanno un triste destino nel mercato della carne", ha detto: "Ma uccidere questo toro perché gay é una doppia ingiustizia e sono felice che adesso il suo destino, anziché di diventare hamburger, sia quello di un'oasi faunistica".

Simon è vegano e, dopo aver scoperto nel 2012 di essere gravemente malato di cancro, ha moltiplicato gli sforzi filantropici per le cause animalistiche in cui crede: in agosto ha acquistato una fattoria di cincillà nel sud della California per liberare gli animali destinati a morire per poi prenderne la pelliccia. Ha salvato Sunder, un elefante indiano che era stato malmenato e affamato. E, prima di allora, aveva pagato per il salvataggio e la delocalizzazione degli orsi nello stato americano della Georgia, spiegando che "sono i miei soldi e posso farne quello che voglio. Un hobby costoso che posso godermi alla fine della mia vita".

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