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La mania del selfie, marketing o vanità? Si interrogano pure sociologi e psicologi

È diventato una moda così trasversale da spingere lo scorso anno The Time a inserire il termine nella lista dei 10 termini più cool del 2012,

Kim Kardashian

Un momento privato, a volte perfino intimo, da condividere col mondo, già di per sé è un ossimoro. Ma il selfie questo è, oltre a essere la versione 2.0 del vecchio autoscatto - in inglese fa più figo - un tempo utilizzato per supplire alla mancanza di una persona che scattasse la foto. È diventato una moda così trasversale da spingere lo scorso anno The Time a inserire il termine nella lista dei 10 termini più cool del 2012, seguito dallo Zingarelli che lo ha incluso tra le sue pagine di lemmi italiani.

Del resto l'arte non ha sempre celebrato se stessa attraverso l'autorappresentazione? L'autoritratto in primo piano di Leonardo, Velázquez che si immortala mentre dipinge i reali di Spagna, Van Gogh, lo stralunato Warhol, divulgatore di quella perversione che è il “quarto d'ora di celebrità” non ne costituiscono dei validi esempi? Anche i milioni di seguaci della nuova estetica collettiva diffusa dai selfie, raccontano, a modo loro, il presente: narcisistico, superficiale, instabile, contorto e deformato, come le immagini che appaiono sui dispay degli smartphone e poi viaggiano in rete, accrescendo un immenso archivio della memoria digitale, qualitativamente poco rappresentativo ma quantitativamente inimmaginabile quando sfogliavamo i vecchi album.

Così i nostri attimi “fermati” diventano immateriali, invisibili, introvabili. Risucchiati fino a diventare patrimonio collettivo. Di autorappresentazione, appunto. Uno dietro l'altro, sono una pletora i volti ripresi nel dettaglio, deformati dal grandangolo, sorridenti o corrucciati, solitari o in compagnia. Il top: l'autoscatto con un personaggio famoso, vera certificazione di esistenza mediatica. In quest'epoca «favorevole ai narcisi e agli esibizionisti», come direbbe Ennio Flaviano, c'è l'adolescente in gita, c'è la coppia che ha appena finito di fare sesso, riconoscibile dall'hashtag #Aftersex. Sopravvivi a un disastro aereo? Diffondi un selfie.

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