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Agueci: «Nelle metropoli aumenta la violenza, figlia del disagio sociale»

Per il procuratore aggiunto di Palermo «la diffusione della violenza metropolitana, figlia del disagio sociale, è crescente»

PALERMO. Un commando spara in pieno giorno tra la folla di un mercatino rionale. Proprio come negli anni Ottanta, quando il clan Madonia fece una strage in viale Francia, ammazzando anche un ragazzino di 15 anni, Giuseppe Lo Iacono, che si trovava lì per vendere magliette. Siamo tornati ai tempi della mattanza degli anni Ottanta? Risponde il procuratore aggiunto di Palermo, Leonardo Agueci.

«Direi proprio di no. Per due motivi ben precisi. La sparatoria al Cep non sembra inquadrabile in un contesto mafioso, o a conflitti interni della criminalità organizzata, stando almeno alle prime indagini. L’agguato ha inoltre un carattere di episodicità. Trent’anni fa invece, ai tempi della guerra di mafia, c’erano decine di delitti legati tra loro e dunque si registrava un tasso di violenza elevatissimo».

SI COMMETTONO MENO OMICIDI, MA IL TASSO DI VIOLENZA NON SEMBRA DIMINUITO RISPETTO A QUEGLI ANNI TERRIBILI. NON SI CONTANO LE AGGRESSIONI NEI CONFRONTI DI COMMERCIANTI, TURISTI, SEMPLICI PASSANTI. AD AGOSTO C’È STATO PERFINO UN CORTEO DI CITTADINI CHE CHIEDEVANO MAGGIORE SICUREZZA IN CENTRO...

«È esattamente così, ma bisogna operare delle distinzioni. Se si parla di fatti di sangue per vicende di mafia non c’è dubbio che i delitti sono in netta diminuzione. Altro discorso è invece la diffusione della violenza metropolitana, figlia del disagio sociale, che invece è crescente, forse peraltro, proprio perchè si è attenuato il controllo del territorio da parte di Cosa nostra. Anche se questo naturalmente non costituisce affatto un buon motivo per rimpiangere i tempi in cui talvolta Cosa nostra puniva gli scippatori con la morte...».

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