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Musei e parchi archeologici siciliani, le visite sono in calo ma aumentano gli incassi

Da gennaio a giugno i musei siciliani hanno incassato infatti sette milioni e 92 mila euro, per un totale di un milione e 903 mila visitatori

PALERMO. Diminuiscono leggermente i visitatori paganti, crescono un po’ di più quelli che non pagano all'ingresso, ma quel che più conta è che aumentano gli incassi di musei e parchi archeologici in Sicilia. Un incremento del 3,6 per cento nei primi sei mesi del 2014 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, che si traduce per le casse dei beni culturali dell’Isola in 250 mila euro in più di introiti. Da gennaio a giugno i musei siciliani hanno incassato infatti sette milioni e 92 mila euro, per un totale di un milione e 903 mila visitatori.

Cala leggermente, dell’1,71 per cento, l’incasso delle strutture in provincia di Trapani, dove gli ingressi complessivi sono comunque aumentati da 321 mila a 330 mila. Resta grosso modo invariato invece il bilancio nel Siracusano, con gli incassi fermi a circa un milione e 392 mila euro e l’area della Neapolis e Orecchio di Dioniso a fare da traino grazie anche all’introduzione del biglietto unico assieme alla galleria regionale di Palazzo Bellomo e al museo Paolo Orsi. Il biglietto unico introdotto dall’ex assessore Mariarita Sgarlata ha funzionato anche in provincia di Enna, a Piazza Armerina, per l’area archeologica della Villa romana del Casale, che ha visto gli incassi passare da 775 mila euro a un milione e 69 mila euro.

L’Ennese è la provincia che ha visto il maggior aumento di incasso, con un più 34,24 per cento. Bene anche la provincia di Palermo, che ha aumentato gli introiti del 5,61 per cento. Per alcune strutture è stata data la possibilità di acquistare il biglietto in un altro sito: ne hanno beneficiato maggiormente il Chiostro di Santa Maria La Nuova di Monreale e i castello della Cuba e della Zisa a Palermo.

Boom di visitatori anche al Chiostro di San Giovanni degli Eremiti, dove si sono registrati 1.200 ingressi in più rispetto a prima e la galleria regionale di Palazzo Abatellis. Restano comunque alcune criticità. A Termini Imerese, all’area archeologica Antiquarium di Himera, sono entrati in sei mesi solo 412 paganti, mentre a Terrasini, al museo del Carretto siciliano, sono stati solo 439 e 3.453 gratuiti.

A Patti alla Villa Romana sono stati 633 i paganti in sei mesi, mentre al museo archeologico di Caltanissetta addirittura solo 263. Il record negativo probabilmente spetta però ad Acicatena, all’area archeologica di Santa Venera al Pozzo, che in sei mesi ha visto entrare 838 persone, di cui 123 paganti, per un incasso complessivo di 176 euro.

Nel complesso la provincia Nissena è una di quelle che ha registrato i dati peggiori: i quattro complessi tra Marianopoli (il museo da oltre un anno è gratuito), Caltanissetta e Gela hanno fatto registrare in sei mesi 4 mila euro di incassi, il 20 per cento in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. E secondo i dati forniti a inizio anno dall’assessorato oggi guidato da Giusi Furnari, nel nisseno sono dislocati 58 custodi.

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