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Ebola: l'Onu teme una fiammata dell'epidemia, quasi 1500 i morti accertati

ROMA. Ora quello a cui si guarda con  preoccupazione è una «fiammata dell'epidemia». È il  coordinatore dell'Onu contro il virus Ebola ad affermarlo  parlando della necessità di prepararsi.  In attesa che dai laboratori arrivino notizie confortanti su  nuove cure o vaccini, David Nabarro indica gli obiettivi di  'sicurezzà per i prossimi mesi. Il coordinatore Onu è arrivato  ieri sera in Liberia, prima tappa di un tour nei paesi africani  colpiti dall'epidemia.    


Il bilancio delle vittime intanto sale mentre si apre un  dibattito fra scienziati e bioeticisti su come utilizzare in  modo etico le poche risorse farmaceutiche a disposizione.  Nell'attesa che arrivi il vaccino.  Tra il 19 e il 20 agosto sono stati segnalati un totale di  142 nuovi casi di malattia da virus Ebola (confermati o  sospetti) e 77 decessi in Guinea, Liberia, Nigeria e Sierra  Leone. Lo afferma l'Oms. Il totale dei decessi dallo scoppio  della crisi al 20 agosto è così salito a 1.427. Il totale dei  casi è adesso 2.615.  Ad oggi nessun caso è stato registrato fuori dalla Guinea,  Liberia, Nigeria e Sierra Leone. Nessun caso invece in Europa o  nel resto del mondo.     


L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha anche  annunciato che sta lavorando su un documento operativo sulla  strategia dell'Oms e dei suoi partner nella lotta ad Ebola «nei  prossimi sei - nove mesi», ha detto a Ginevra la portavoce  dell'Oms, Fadela Chaib. Il documento dettaglierà un piano per  ogni Paese colpito e prende in considerazione le caratteristiche  ed i bisogni specifici dei diversi Paesi, ha aggiunto. Il  documento finale dovrebbe essere disponibile la settimana  prossima. «Nessuno sa quando l'attuale crisi di Ebola finirà»,  ha ammesso rispondendo alla domanda di se questo implicava che  la crisi si protrarrà ancora a lungo.    


Intanto oggi in Nigeria sono stati registrati i primi due  casi di Ebola da contaminazione secondaria, portando a 14 il  totale dei casi confermati nel paese. Lo ha detto il ministro  della Salute Onyebuchi Chukwu in conferenza stampa ad Abuja. Si  tratta delle mogli di uomini che sono stati in contatto con un  malato, il funzionario liberiano Patrick Sawyer, morto in un  ospedale di Lagos cinque giorni dopo essere arrivato nella città  portuale nigeriana con un aereo proveniente da Monrovia, in  Liberia. Due casi che confermano le preoccupazioni sul fatto che  siano le donne più esposte al rischio di contagio, occupandosi  di curare i malati in casa prima che si possa capire che si  tratta di Ebola.     Il governo inglese ha nel frattempo lanciato un appello di  emergenza a scienziati e ricercatori per nuove idee per  combattere l'epidemia di Ebola. Come riporta il quotidiano 'The  Independent', a disposizione per la ricerca sarà stanziata la  cifra di 6,5 milioni di sterline, con borse di studio che  saranno assegnate agli esperti che potranno dimostrare, con  prove e analisi, come si diffonde la malattia, il miglior modo  di trattarla e come informare al meglio le persone sui rischi. 

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