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Stangata sulle pensioni, il governo cambia piano

Dopo l’ok in Commissione, riscritta la norma sui prelievi agli ex dipendenti: salvo chi riceve meno di 40 mila euro l’anno

PALERMO. Stangata delle pensioni dei regionali, si cambia. «Probabilmente porteremo il limite minimo a 40 mila euro e dal taglio rimarranno fuori quelli che guadagnano dai 32 ai 40». Parola del presidente della Regione, Rosario Crocetta. All’indomani dell’approvazione della manovra ter in commissione, il governo sta riscrivendo l’emendamento sul contributo di solidarietà che dovrebbe essere prelevato agli ex dipendenti della Regione. La norma prevedeva una soglia da 32 mila euro, ovvero una ”tassa” di quasi un centinaio di euro al mese da applicare a chi percepisce tra i 1.900 e i 2.800 euro mensili. Una platea di 6.352 tra ex istruttori e assistenti, sui quali si sarebbe dovuta applicare un’aliquota del 4 per cento. La decisione di Crocetta è quella di elevare la soglia di reddito sopra la quale gli ex dipendenti devono versare il contributo di solidarietà e portarla a 40 mila euro. È chiaro che più si alza la fascia e meno si risparmia. Con l’applicazione della norma iniziale, ci sarebbe stato un taglio di circa 1 milione e 800 mila euro, su un’operazione di spending review di 7 milioni.
Al momento, la riscrittura dell’emendamento non dovrebbe intaccare gli altri tagli previsti. Un contributo del 5 per cento dovrà pagare chi gode di una busta paga fra i 50 e i 65 mila euro. Le aliquote salgono fino al 17 per cento sulle pensioni d’oro, che oscillano fra i 130 mila e i 160 mila euro annui.
Ieri, intanto, il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, col benestare di maggioranza e opposizione, ha «stralciato» il maxi-emendamento del governo che conteneva tutta una serie di proposte aggiuntive alla manovra, che adesso passeranno all’esame delle commissioni per essere approfondite. Stop, dunque, a ipotesi di sanatorie edilizie e a nuovi precari, ma si arenano anche i tagli sugli affitti d’oro e le indennità dei dirigenti. Arriveranno invece in Aula i finanziamenti a decine di sigle per una spesa cresciuta da 119 a 150 milioni, ma scoppia la polemica dei sindacati e delle associazioni escluse.
Ieri la finanziaria è stata incardinata in Aula e per presentare gli emendamenti c’è tempo fino a domani mattina, quando Sala d'Ercole tornerà a riunirsi per la discussione generale che si chiuderà in giornata. Quindi da lunedì avrà inizio l’esame degli articoli. «Abbiamo stabilito di anticipare la data entro la quale approvare la manovra-ter: non più il 31 luglio ma il 29 - ha precisato però Ardizzone - da lunedì andremo avanti ad oltranza». Il Parlamento siciliano si prepara, dunque, ad una maratona d'Aula a partire da lunedì: la seduta inizierà alle 16. Ad attendere il via libera alla finanziaria sono oltre 30 mila dipendenti in orbita regionale, ma anche forestali e una miriade di enti.
Ma a scatenare la polemica è ancora una volta l’elenco di sigle che riceveranno un contributo dalla Regione. Associazioni culturali, di volontariato e che operano nel sociale. Trecentomila euro sono stati destinati alla Fondazione banco alimentare, 198 mila euro alla Pontificia facoltà teologica e 142 mila euro allo Studio teologico San Paolo, 400 mila euro alla fondazione Whitaker e 150 mila euro per l'Ente luglio trapanese. Crescono i fondi previsti per il Cerisdi, lievitati da 200 mila euro, previsti inizialmente, a 380 mila. E ancora, ecco 1,9 milioni per l'Associazione allevatori, 1,5 milioni per l'Unione italiana ciechi, 1,7 milioni per la Stamperia Braille, 252 mila euro vanno ai Consorzi di comuni per la valorizzazione dei beni confiscati, 225 mila alle Università e agli istituti astronomici e geofisici per il funzionamento e 143 mila per le attività sportive. Un milione è stato stanziato per i «comandati» della Sanità, mentre 855 mila euro saranno destinati ai teatri privati e 495 mila euro alle associazioni concertistiche. Ripescato l'autodromo di Pergusa, mentre tra i grandi esclusi ci sono la Fondazione del Brass group e la Fondazione Falcone. È un fiume in piena il presidente del Brass Group, Ignazio Garsia: «È un’azione scandalosa cancellare la nostra Fondazione dopo 40 anni di storia e attività, nonostante una legge voluta dal Parlamento siciliano nel 2006, che permetteva l’esistenza di un servizio di interesse collettivo. Siamo l’unica orchestra italiana a partecipazione pubblica per legge. Non si capisce come mai la Regione investe 45 milioni di euro nelle attività di produzione musicale e teatrale, soltanto per i generi sinfonici, lirici e di prosa, escludendo l’unico organismo di musica jazz».
Nell’allegato figurano anche enti regionali che danno lavoro a migliaia di siciliani e che aspettano i soldi della manovra per garantire gli stipendi fino a dicembre. Ma non solo. Raddoppiati rispetto alla vecchia manovra, i finanziamenti per l'Istituto Vite e Vino (3 milioni 553 mila euro) e per il funzionamento degli enti parco (da 710 mila a 1,35 milioni). Da quel lunghissimo elenco spuntano 1,7 milioni per l'Istituto ciechi ”Florio e Salamone”, 189 mila euro per l'istituto «Ardizzone Gioeni» di Catania.
Sale il contributo per la Kore di Enna (da un milione a quasi un milione e mezzo). Arrivano anche i finanziamenti per Taormina arte (in crescita, 907 mila euro) e per le Orestiadi di Gibellina (363 mila euro) e l'Istituto nazionale del dramma antico (691 mila euro).

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