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Manovra, Musumeci accusa: "L'Ars chiude alle 21, ma non siamo al catasto"

PALERMO. «Siamo deputati, o impiegati del catasto? Comprendo tutte le ragioni della spending review, ma è inaccettabile che si obblighino i deputati a lasciare il Palazzo dei Normanni alle 21». Lo ha detto Nello Musumeci, presidente della commissione regionale Antimafia, intervenendo in aula e criticando le recenti disposizioni adottate all'Assemblea Regione Siciliana che prevedono, appunto, la chiusura degli uffici e dei gruppi parlamentari alle 21, a meno che non proseguano lavori d'aula o di commissione. Una recente circolare interna ha informato il personale e i deputati della decisione assunta in nome del risparmio e del taglio dei costi energetici del Palazzo (la chiusura alle 21, infatti, non determina risparmi sui costi del personale interno di assistenza ai parlamentari, il cui contratto prevede una sorta di «straordinario forfettizzato» fino alla mezzanotte).
«Ci troviamo di fronte ad una decisione assurda - ha aggiunto Musumeci - penso a quando la mattina lavoro in commissione, a pranzo dedico un'ora fra un panino e una serie di telefonate, di pomeriggio c'è aula o commissione spesso fino a tardi e quando dovrei studiare le norme d discutere, o preparare gli interventi per il giorno dopo? Se decido di rimanere fino anche alle 23 per svolgere attività istituzionale, senza bisogno di personale e tengo accesa solo una lampadina per leggere, perchè mi deve essere impedito?».
Musumeci ha poi ricordato che la grande maggioranza dei parlamentari regionali non è di Palermo e dunque non ha segreterie o luoghi di lavoro nel capoluogo. «Mi auguro che si riveda questa disposizione - ha concluso Musumeci, rivolgendosi al presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone - non si può limitare e contingentare la nostra attività istituzionale».

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