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Pochi soldi ai Comuni, primi scioperi dei precari

La Regione pronta ad erogare solo il 40% dei finanziamenti. Non bastano per pagare tutti gli stipendi, arretrati a rischio. Parte dal Messinese la protesta. i contrattisti chiedono di essere pagati coi fondi destinati ai dipendenti interni

PALERMO. I sindaci comunicano che i soldi ricevuti dalla Regione non sono sufficienti a pagare tutti gli stipendi. E così riesplode l’emergenza precari: scattano scioperi a oltranza. E si sta sviluppando anche un braccio di ferro fra dipendenti a tempo indeterminato e contrattisti che sta dividendo perfino i primi cittadini creando una mappa della Sicilia in cui in ogni amministrazione si differenzia la gestione del personale e il pagamento delle retribuzioni. Il focolaio della protesta è Capo d’Orlando. Cuore del precariato perché è lì, nel Messinese, che ha il quartier generale il sindacato autonomo più rappresentativo: il Movimento Giovani Lavoratori ha circa 6 mila iscritti e tanti simpatizzanti fra i 18 mila precari degli enti locali. I leader del sindacato - Massimo Bontempo, Giuseppe Cardenia e Giuseppe Sergio Leggio - faranno scattare da oggi uno sciopero a oltranza dei precari. «I 132 lavoratori a tempo determinato del nostro Comune - hanno scritto i sindacalisti in una lettera aperta ai cittadini - non ricevono lo stipendio da gennaio. Ora l’amministrazione ci ha comunicato che potrà garantirci solo un anticipo di quattro mensilità, da giugno fino a ottobre, senza recuperare gli arretrati. In questo modo continueremmo ad arrancare fra mutui, affitti, bollette e difficoltà pure nel fare la spesa quotidiana».
Da oggi quindi scatta la protesta per paralizzare il Comune e il Mgl si dice certo che presto potrebbe succedere lo stesso «in tutte le città dove lo stipendio non viene percepito da mesi». Il problema è che la Regione da gennaio a oggi non ha erogato ai sindaci i finanziamenti. E nei giorni scorsi ha annunciato di essere pronto a dare entro fine giugno una settantina di milioni, pari al 40% di un budget annuale che dovrebbe oscillare intorno ai 180 milioni: «In accordo con l’Anci - spiega Giuseppe Morale, dirigente del dipartimento Enti locali della Regione - stiamo erogando i primi acconti sul finanziamento. Nell’attesa però i sindaci devono fornirci elenchi completi e dettagliati di tutti i precari. Perchè da quest’anno noi non eroghiamo un contributo per il contratto dei singoli precari ma una somma che serve a compensare gli squilibri nei bilanci dei Comuni».
La differenza non è un dettaglio perché i sindaci «calano» nel bilancio le somme avute dalla Regione e un tempo destinate solo ai precari: è chiaro che anche ora la destinazione è la stessa ma il vincolo cade. E questo ha inserito un elemento in più nelle richieste dei precari. Che in pratica ora vorrebbero essere equiparati ai dipendenti di ruolo nell'utilizzo dei soldi in mano ai sindaci. «Sono state cancellate - spiegano i leader del Mgl - le norme che in precedenza garantivano la nostra sopravvivenza. Ma noi siamo lavoratori uguali a quelli a tempo indeterminato, lo sostiene anche una recente sentenza del Tribunale di Patti, quindi dovremmo beneficiare degli stessi trattamenti economici».
Alla base della protesta che scatta oggi c’è quindi la richiesta di unire le somme destinate ai lavoratori a tempo indeterminato (di cui i sindaci hanno maggiore disponibilità) e quelle destinate ai precari (che arrivano a singhiozzo) in modo da pagare tutti contemporaneamente ed eventualmente spalmare su tutto il personale la crisi di finanziamenti.
A Capo d’Orlando la richiesta non è stata accolta ma ci sono Comuni in cui ciò avviene già: «Sì - conferma Bernadette Grasso, primo cittadino di Rocca Caprileone e deputata all’Ars di Grande Sud - io ho pagato contemporaneamente le due categorie. E in questo modo sono riuscita a garantire gli stipendi fino a fine marzo. Gli arretrati riguardano solo aprile e maggio. A giugno sfrutterò invece gli acconti che la Regione sta per inviare».
Ma per l’Anci il problema non può essere affrontato a macchia di leopardo: «Anche io nel mio Comune cerco di pagare contemporaneamente le due categorie - spiega il vicepresidente Paolo Amenta, primo cittadino di Canicattini Bagni - ma per fare ciò è necessario anticipare le somme che poi la Regione versa per i precari. E non tutti i Comuni sono in grado di farlo. Il problema vero resta il fatto che fondi destinati al funzionamento degli enti locali e quelli per i precari sono stati entrambi quasi dimezzati. E dunque, in generale, ormai i soldi non sono più sufficienti a garantire tutti».
Intanto alla Regione si lavora per accelerare l’erogazione degli acconti destinati ai precari: «Superata questa prima fase - assicura Morale - in cui abbiamo dovuto far decollare il nuovo sistema di finanziamento, contiamo di poter erogare i soldi, a regime, ogni tre mesi». Il prossimo finanziamento regionale è dunque atteso per l’autunno.

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