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Niscemi senza acqua, un esposto in Procura

A presentare la denuncia è stato Giuseppe Maida, ci sarebbero finanziamenti milionari per la rete idrica mai utilizzati

NISCEMI. I finanziamenti multimilionari per la rete idrica colabrodo del Comune di Niscemi, annunciati dalla passata amministrazione dell'ex sindaco Giovanni Di Martino, dove sono finiti? È la domanda che pone il «cittadino qualunque» Giuseppe Maida a corredo di uno dei tre esposti presentati nei giorni scorsi alla Procura della Repubblica, tramite i carabinieri della locale stazione. L'intervento di Maida, promotore di tante battaglie civili, è scattato in seguito alla grave emergenza idrica scoppiata alla fine di marzo scorso, quando ignoti malviventi con ripetuti raid vandalici mandarono in tilt i pozzi di contrada Mascione che alimentano in parte i serbatoi comunali. Nei giorni scorsi Maida ha effettuato una ricerca, scoprendo che durante l'amministrazione Di Martino era stata annunciata all'Ato idrico l'assegnazione di un primo finanziamento di 413 mila euro per il rifacimento della condotta idrica nei popolosi quartieri di Vascelleria e della zona Pitrè e un successivo e più cospicuo finanziamento di 3 milioni e 858mila euro per il rinnovo della rete idrica nei quartieri Tripoli, Trappeto, Vascelleria e parte delle traverse di Via Caruso. Zone, queste, dove i frequenti guasti, fanno perdere nei meandri sotterranei delle strade un incalcolabile quantitativo di acqua potabile, che contribuisce ulteriormente ad aggravare la sete dei niscemesi e a rendere più salata la bolletta idrica.
Che fine hanno fatto questi soldi pubblici? Da fonti non ufficiali pare che ancora di queste somme non sarebbe stato investito nemmeno un centesimo. Non risulta nessun intervento realizzato nemmeno all'ex sindaco Giovanni Di Martino. Mentre all'Ato idrico non è stato possibile contattare alcun responsabile. Ieri il «cittadino qualunque» ha consegnato il dossier ai carabinieri perché sia allegato ai tre esposti presentati nei giorni scorsi, chiedendo che si indaghi su queste gravi mancate realizzazioni. Il fatto curioso è che ormai Giuseppe Maida - dai cittadini niscemesi, spesso delusi e impotenti verso Caltaqua, che non interviene con la dovuta tempestività per riparare i guasti segnalati dagli utenti - è considerato come una sorta di «difensore civico senza portafoglio» (cioè senza compenso). «Non dobbiamo mai cedere alla rassegnazione - esorta Maida - ma, con coraggio, dobbiamo metterci in gioco. Siamo noi i sindaci delle nostre famiglie: le sole lamentele non bastano; occorre che tutti lottiamo uniti perché ci sia dato quello che ci spetta. Io non mi rassegnerò mai a essere un abitante di un Comune di serie B al quale l'acqua viene data con il contagocce».

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