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Busetta: «Giovani disoccupati, la Sicilia è al top Costretti a emigrare per altri 10 anni»

Il presidente della Fondazione Curella: «Servono 900 mila posti, missione impossibile»

PALERMO. «Il mercato del lavoro in Sicilia è così complicato che i giovani, per i prossimi dieci anni, non troveranno occupazione». Una previsione da far tremare i polsi quella che arriva da Pietro Busetta, presidente della Fondazione Curella. Per la Sicilia, per l'intero Mezzogiorno, sono ancora tempi bui. Un quadro che lo stesso Busetta ha delineato nel consueto appuntamento del rapporto sull'economia del Mezzogiorno, realizzato dalla Diste Consulting per la Fondazione Curella.

PRESIDENTE, L’ECONOMIA SICILIANA È UN MALATO GRAVE?
«C'è una recessione in atto che non fa presagire nulla di buono anche per il 2014».

NON LE PARE UNA PREVISIONE TROPPO PESSIMISTICA? C’È CHI PARLA DI RIPRESA.
«I dati indicano che si sono persi 150 mila posti di lavoro nel periodo tra il 2008 e il 2013. La Sicilia è in profondo rosso rispetto al resto del Paese. Pensi che dagli ultimi dati siciliani emerge che il numero degli occupati è pari a 1.320.000, compresi i sommersi. Ciò significa che uno su quattro lavora, mentre nelle zone sviluppate, il rapporto è un po’ meno di uno su due. Nel 2008 gli occupati erano quasi un milione e mezzo».

SIGNIFICA CHE IL MERCATO DEL LAVORO È COLLASSATO?
«Per portarci a un livello significativo bisognerebbe creare circa 900 mila posti di lavoro. Una missione impossibile a breve termine».

ECCO PERCHÉ PARLA DI UN BUCO DELL’OCCUPAZIONE DI DIECI ANNI.
«E aggiungo che la Regione farebbe bene a trovare un modo per far pagare meno gli affitti e i biglietti dell'aereo, per tutti quei giovani che saranno costretti a trasferirsi fuori dalla Sicilia. Anche per i genitori che li vorranno raggiungere».

QUALI SONO I PAESI PIÙ RICERCATI PER LA PRIMA OCCUPAZIONE?
«Si parte per il Nord Italia, che al contrario del Mezzogiorno sta lentamente uscendo dalla recessione. Poi Germania, Inghilterra, e i paesi che stanno accelerando sullo sviluppo: Brasile, Cina, Sud Africa, Turchia e Russia».

EPPURE IL GOVERNO CROCETTA SI VANTA DI AVER VARATO IL «PIANO GIOVANI».
«L'occupazione non si crea a forza di decreti o di leggi, ma traendo investimenti sul territorio. E non mi pare che la Sicilia stia facendo questo. Senza contare che la lentezza della burocrazia nei processi autorizzativi scoraggia le imprese».

A PROPOSITO DI IMPRESE, CONDIVIDE LA DISCESA IN CAMPO DI CONFINDUSTRIA SICILIA PER TUTELARE LE IMPRESE VESSATE DALLE BANCHE?
«No. In un momento di recessione è normale che ci sia un problema legato al credito. E le banche fanno bene ad alzare il livello di attenzione nel prestare il denaro di altri. Altrimenti si rischia di far saltare tutto. Semmai, mi pare più responsabile lavorare per far diminuire i tempi di erogazione del denaro».

PROPRIO IERI C'È STATO IL VIA LIBERA DELLA COMMISSIONE REGIONALE BILANCIO ALL’EROGAZIONE DEI SOLDI ALLE IMPRESE...
«E' un fatto positivo che le imprese avranno maggiore liquidità, ma questo non risolve i problemi, semmai non li aggrava. Cominciamo invece a pensare come dare occupazione».

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