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Sondaggio tra gli studenti: “La corruzione politica dà forza alla criminalità”

PALERMO. L’allarmante crescita della “corruttibilità” della classe dirigente determina una sempre più stretta relazione tra le attività criminose e la politica, garantisce una maggiore forza della mafia rispetto allo Stato e rende la sua definitiva sconfitta sempre più lontana. Questi i principali risultati dell’indagine sulla percezione mafiosa condotta dal Centro Studi Pio La Torre che ha coinvolto 1126 studenti di 94 scuole distribuite sul tutto territorio italiano e gli allievi di alcune scuole tedesche.

L’indagine, giunta all’ottavo anno, sarà discussa giovedì 17 aprile alle ore 10 a Roma, presso la Sala della Mercede di Palazzo Marini, alla Camera dei Deputati. Alla presentazione interverrà il presidente della Commissione Nazionale Antimafia, Rosy Bindi e i ricercatori del Centro Pio La Torre. I risultati sono interamente consultabili nel numero di ASud'Europa scaricabile all'indirizzo www.piolatorre.it.

Secondo il 61,56% dei ragazzi, un campione non rappresentativo ma comunque indicativo, è la corruzione della classe dirigente che permette alla mafia di continuare ad esistere e la corruzione della classe politica locale per il 66.07% è la ragione della diffusione nelle regioni centro-settentionali della criminalità mafiosa. Tutto ciò incide “molto” o “abbastanza” negativamente sull’economia della propria regione per l’81.89%, un dato in costante aumento negli ultimi anni.

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