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Delia, fa acquisti su Internet a nome dell’amico: arriva la condanna

DELIA. È l’ennesimo imbroglio che corre su internet. Con qualche piccola variante sul tema. Già perché il sospetto truffatore ha raggirato un’azienda che commercializza software utilizzando un pc di un amico, un diversamente abile. Un ragazzo che s’era fidato di lui, consegnandogli il suo computer portatile alle prese con qualche problema. E quando l’altro s’è offerto di sistemarlo, è poi scattata la trappola. Risultato: un quarantenne di Delia, Calogero G. è stato condannato a quattro mesi per sostituzione di persona, mentre è stato assolto per tentata truffa aggravata perché non v’era la querela. Già, perché caduta l’aggravante, così come chiesto dall’avvocato Diego Perricone che assisteva l’imputato, non si poteva più procedere d’ufficio. E la «Intrum spa», società che opera nel settore del recupero crediti che ne avrebbe fatto le spese, non aveva denunciato l’imputato. Così, mentre l’accusa ha proposto la condanna a un anno per truffa aggravata, il giudice Antonia Leone lo ha assolto per mancanza di querela. I fatti finiti al centro del dibattimento risalgono al lontano 9 dicembre del 2008. È stato allora che il quarantenne è entrato in possesso del pc di un disabile, S.R., che ha poi scelto di non costituirsi parte civile in dibattimento. «Ci penso io a risolvere i problemi del tuo notebook» lo avrebbe rassicurato l’imputato, così da farsi consegnare dall’altro il suo computer portatile. Ma a quel punto, utilizzando quella macchina, avrebbe iniziato ad avanzare proposte di acquisto contattando aziende su internet. Fino a quando, su Ebay, con la stessa «Intrum» avrebbe chiuso l’operazione, comprando un software, ma spacciandosi per il proprietario di quel pc.
La vicenda è venuta a galla nel momento in cui la società non ha ricevuto il pagamento. A quel punto è scattata un’indagine della polizia postale, che ha poi scoperto da quale macchina era stato effettuato l’acquisto. Ma il vero proprietario era all’oscuro di tutto. Artefice dell’imbroglio, piuttosto, era stato il suo amico che lo aveva ingannato.

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