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Finanziaria bis, le imprese in rivolta

Gli artigiani e la Confcommercio pronti a scendere in piazza contro la manovra: «Non ci sono investimenti per lo sviluppo. Per garantire gli stipendi a 30 mila lavoratori tagli ai consorzi di bonifica, agli enti, ai parchi, ai teatri, ai medici delle scuole di specializzazione

PALERMO. Imprese e artigiani sono pronti a scendere in piazza contro la nuova manovra finanziaria del governo regionale. La giunta discuterà il testo questa mattina. Il provvedimento dovrà poi passare dall'Aula, dove rischia di impantanarsi per gli oltre 180 milioni di euro di tagli che vanno a colpire centinaia di enti in orbita regionale. Così è sempre più concreto il rischio che migliaia di lavoratori di strutture finanziate dalla Regione non ricevano lo stipendio neanche a marzo.
La manovra-bis ha l'obiettivo di sbloccare quasi 500 milioni di euro di spese congelate nell'ultima Finanziaria. Una parte di queste somme servirà però a coprire dei buchi di bilancio. Il governo vuole intanto garantire gli stipendi di oltre 30 mila lavoratori, ma a farne le spese al momento sono centinaia di sigle che vedranno decurtato il proprio budget del 20 o del 50 per cento. I Consorzi di bonifica passano ad esempio da quasi 30 milioni a 23 milioni, 12 milioni andranno agli Ersu, poco meno di 10 milioni all'Esa, nove milioni agli enti parco. Nel mondo della cultura la scure cala sulle compagnie private, mentre Il teatro di Messina il Bellini di Catania, il Biondo di Palermo l'Orchestra sinfonica e il Teatro Massimo accusano tagli del 20 per cento. Tra i fondi dimezzati ci sono invece quelli destinati all'Istituto di incremento ippico, che riceverà 900 mila euro, mentre 800 mila euro andranno al Corfilac. Scure sul fondo destinato ai medici delle scuole di specializzazione, che avevano protestato a lungo durante il dibattito all'Ars sulla Finanziaria: le risorse scendono da 14 milioni a 4 milioni.
Si sbloccano invece i 15 milioni di euro del Famp, destinati al salario accessorio dei dipendenti regionali. Notizia che viene accolta positivamente dalla Cisl Fp, che per voce del segretario Paolo Montera che auspica desso «la riapertura delle contrattazioni collettive per il comparto e la dirigenza, al fine di procedere a una vera riforma della pubblica amministrazione che punti a valorizzare il lavoro e il merito». I contratti dei dirigenti e dei dipendenti regionali, infatti, sono fermi nel primo caso dal 2007 e nel secondo dal 2009.
Ma non si placa la protesta delle associazioni di categoria che si ritengono penalizzate dalla manovra. Dopo i sindacati e la Cna, ieri è stata la volta di Confcommercio Sicilia, che attraverso il presidente Pietro Agen ha manifestato «profonda delusione per l'incontro con l'assessore all'Economia Luca Bianchi. L'intera manovra economica predisposta dalla Regione - ha detto Agen - non prevede alcun intervento per il rilancio dell'economia dell'isola, quasi si pensasse che ci possa essere sviluppo senza investimenti. Lasciamo aperta un'ultima opportunità al governo regionale in attesa di conoscere l'esatto contenuto di una legge collegata per l'imprenditoria che ci auguriamo possa contenere finalmente interventi reali e non dichiarazioni di principio». Confcommercio Sicilia è sul piede di guerra e annuncia la convocazione della giunta «per individuare le azioni da porre in essere qualora anche questo impegno dovesse essere disatteso». Pronta alla mobilitazione anche Confartigianato: «Ogni intervento per lo sviluppo è stato stralciato - ha attaccato il presidente Filippo Ribisi - tagli eseguiti in dispregio di tutti gli accordi presi in sede di confronto con l'Esecutivo e che testimoniano, ancora una volta, che non esiste una strategia di crescita dell'isola». Ribisi critica la bocciatura dell'articolo che avrebbe incrementato il Fondo di rotazione della Crias di 30 milioni di euro. Quindi, la federazione regionale degli artigiani ritiene «non credibile che il futuro economico dell'Isola dipenda da una finanziaria che taglia fuori il mondo produttivo e da un'amministrazione regionale che considera lo sviluppo come una questione di serie B». Critiche pure dall'Ugl: «La Finanziaria bis potrà garantire solo gli stipendi al mondo del lavoro legato alla regione siciliana, nessuna novità sul fronte dello sviluppo e riforma della burocrazia», ha dichiarato il segretario generale di Ugl Sicilia, Giuseppe Monaco.

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