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Tutta la bontà delle tradizioni, la cucina siciliana durante le feste

Un libro racconta ed illustra tutti i piatti migliori e più ricercati nelle tavole dell’Isola, da Natale fino al giorno dei Morti, dalla Pasqua passando dagli eventi di ogni città

PALERMO. «Mangiare, mangiare qui non si fa altro che mangiare!». Quante volte un siciliano l'avrà detto ad uno straniero in visita? Che sia italico o forestiero l’ospite arriva soprattutto durante le vacanze. E sarà forse per questo che, nelle festività, la cucina siciliana offre il suo meglio. Un libro in uscita riunisce le principali ricette della tradizione abbinate alle più svariate feste, da Natale fino al giorno dei Morti, dalla Pasqua fino alla Quaresima e all’Ascensione. Il titolo è «Mangiare di festa», di Edizioni d’arte Kalos, e gli autori sono Gaetano Basile e Anna Maria Musco Dominici, una coppia rodata in cucina visto che sono tra i primi ad aver portato le ricette in tv.
Era, infatti, il 1986 quando all’interno di «Opinion leader», un magazine televisivo che ha segnato un’epoca nel capoluogo, conducevano una rubrica che proponeva piatti semplici e poco costosi, preceduti da una ricca e coreografica spesa nei mercati cittadini, unendo l’indagine attenta e scrupolosa dello storico all’amore e alla fantasia di chi è stata per anni tra pentole e fornelli.

«E pensare che c’è chi commentò in modo negativo questo esperimento – sottolinea Basile – decretando che la cucina non avrebbe avuto fortuna in tv». Il loro ritorno, stavolta su carta, si esprime con un inno al cibo, un piacere antico di oltre duemila anni. Pagine gustose che ricordano le grandi tradizioni della Sicilia dove il cibo ha scandito la vita dei suoi abitanti, allietando le feste religiose con l’allegria dei suoi colori e l’intensità di sapori e profumi. «E’ risaputo che la cucina è cultura. – prosegue Basile - Per noi siciliani è anche un piacere. Riteniamo il cibo non solo alimento per il nostro sostentamento, ma anche strumento per appagare il gusto. Parlare della cucina siciliana è come attraversare la storia dei popoli che si sono incontrati e scontrati nelle acque del Mediterraneo. Mangiare è al femminile in Sicilia. Arancine, timballi e gelo di melone nacquero da delicate mani di donna per uomini che andavano lontano: fu cibo preparato in casa per loro e ben diverso dal panino imbottito».
Ed è proprio per la presenza di Basile, grande conoscitore della tradizione gastronomica, che la Musco ha accettato la proposta dell’editore Nicola Sieli di scrivere il libro.

«La mia passione nasce da piccola quando guardavo mia madre preparare piatti che facevano allegria sulle tavolate organizzate per mio padre, un famoso attore comico siciliano (il catanese Angelo Musco ndr), e i suoi innumerevoli amici dopo il teatro. Si cucinava col calendario alla mano ed essendo lei della Sicilia orientale, onorava i santi a tavola con una certa austerità, quasi rifacendosi a rinunce e privazioni. Al contrario di ciò che avviene nella festosa e fastosa Palermo. Noi bambini facevamo confusione tra santi e ricorrenze e ritenevamo Carnevale un santo simpaticissimo che ci permetteva di mangiare un magnifico ragù, mentre San Francesco imponeva una minestra di broccoli che non gradivamo affatto». Tra le festività ricordate con i piatti tipici Sant’Antonio Abate (17 gennaio), San Giuseppe (19 marzo), San Giovanni (24 giugno), Festino (15 luglio), Morti (2 novembre), San Martino (11 novembre), Santa Lucia (13 dicembre) oltre che Natale, Pasqua, Ascensione, Carnevale, Quaresima, San Valentino e Immacolata.

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