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Carte fedeltà, sms, bollini colorati In Sicilia saldi già iniziati sottotraccia

La data ufficiale resta il 4 gennaio, ma in molti hanno già iniziato. I commercianti: ma le vendite non decollano

PALERMO. Si sgonfia l'attesa dei saldi di fine stagione. Da dicembre, le vendite scontate sono andate avanti. Molte le famiglie che hanno acquistato usufruendo degli sconti alla cassa, grazie a varie tecniche persuasive: dalla fidelizzazione del cliente, allettato da una cartolina di invito o da un sms, a quella più originale dei bollini colorati nelle etichette che permettono di avere uno sconto al momento di pagare. C'è chi ha anche sfidato i divieti di pubblicizzare i saldi, apponendo vetrofanie allusive: «50 volte auguri» o, in maniera più sfacciata, la percentuale di sconto.
Sta di fatto che, anno dopo anno, l'atmosfera dei saldi perde mordente. E il 4 gennaio, data ufficiale dell'inizio delle vendite di fine stagione, rischia di ridursi in una data simbolica. Nonostante i saldi sottobanco, dicembre non è stato un mese felice per i commercianti siciliani.
Secondo i dati forniti da Federmoda, le vendite sono rimaste ancorate a un meno 15%, un po' meglio del periodo tra ottobre e novembre (-20%). Tengono invece i centri commerciali, che riescono a reggere il confronto con lo scorso anno, quantomeno a mantenerlo.
E nemmeno l'euforia natalizia ha agevolato la sperata ripresa sugli acquisti. I valori medi per scontrino non hanno superato il tetto dei 100 euro. Piccoli doni sotto l'albero, insomma. Ecco perché i commercianti vedono nero anche dal 4 gennaio, all'apertura della stagione in saldo, dove si prevede il mantenimento degli stessi standard di vendita di gennaio 2013, cioé con percentuali che oscillavano tra il meno 20 e il meno 30%.
«Siamo tornati ai livelli reddituali di trent'anni fa - dice il presidente di Federmoda Palermo, Patrizia Di Dio - con in più una maggiore pressione fiscale e l'aumento dei costi di materie prime e servizi. Fare commercio in questa situazione non è certo facile». Le vendite promozionali liberalizzate potevano fare uscire allo scoperto i commercianti, ma tra norme che li vietano nel periodo antecedente ai saldi e interpretazioni in fatto di liberalizzazioni, alla fine, la paura di sbagliare ha vinto, costringendo gli esercenti, pur di fare cassa, ad utilizzare mezzi non proprio regolari. «Sulle vendite promozionali c'è stata poca chiarezza - conclude Di Dio -. Non averle liberalizzate non ha aiutato il commercio».
E il commercio, allora, si è adeguato a un nuovo stile di vendita. Anni fa, in saldo si trovavano i capi di abbigliamento disassortiti, sopravvissuti alla normale vendita. Adesso i negozi sono pieni di merce di tutte le taglie e colore, perché i negozianti si riforniscono proprio in questo periodo. Insomma, altro che attesa per i saldi.
«Ci si accontenta di un minor ricarico sulla merce abbassando i prezzi - dice il coordinatore regionale di Confimprese, Giovanni Felice -. I saldi? Sono più una ricorrenza. Oggi resta solo il messaggio alla collettività che è iniziata la stagione degli sconti, mentre sappiamo che gli acquisti scontati sono cominciati da tempo. Speriamo che la nuova legge regionale sul commercio, tuttora in discussioni, chiarisca il sistema delle vendite scontate e promozionali, inserendo meccanismi di pari opportunità tra piccole e grandi strutture di vendita».


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