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Immigrazione, Alfano: "Task force per rivedere gli appalti"

ROMA. Dopo giorni di proteste e polemiche si attenuano le tensioni nei Centri per i migranti, anche se i problemi sono ancora tutti sul tappeto, a partire da una legge che consente di poter trattenere gli immigrati fino a 18 mesi nei Cie e che lo stesso premier Enrico Letta ha annunciato di voler rivedere a partire da gennaio. Lo sa bene anche il ministro dell'Interno Angelino Alfano che ha già inviato gli ispettori del Viminale nelle diverse strutture sparse sul territorio e ha annunciato che è al lavoro una task force che ha l'obiettivo di rivedere tutti gli appalti dei Cie. D'altronde le immagini trasmesse dal Tg2 del Centro di Lampedusa, con i migranti nudi nel cortile 'disinfestati' dalla scabbia con una pompa, hanno fatto il giro del mondo e obbligato il governo ad intervenire, rescindendo il contratto con la cooperativa che gestiva la struttura. "Fatti come quello di Lampedusa sono gravi e non si devono ripetere. Chi ha sbagliato pagherà" ha ribadito anche oggi Alfano.    
La situazione di Lampedusa sembra comunque essere in via di risoluzione, grazie anche e soprattutto al deputato del Pd Khalid Chaouki che per 4 giorni si è barricato all'interno del Centro chiedendo che tutti i migranti fossero trasferiti in altre strutture in modo da ripristinare delle condizioni di vita umane. Nei giorni scorsi sono partiti tutti e 169 i migranti che erano presenti ma nel Cpa di contrada Imbriacola restano ancora 17 sopravvissuti dei naufragi del 3 e dell'11 ottobre: si tratta dei testimoni che dovranno essere sentiti dalla magistratura e che per questo - secondo le autorità - non possono essere trasferiti. Versione che non convince le associazioni umanitarie che sono tornate a ribadire la richiesta di trasferimento immediato. "Speriamo che l'incidente probatorio davanti al Gip sia fissato nella prima data utile dopo le vacanze natalizie e che i 17 profughi eritrei e siriani siano trasferiti subito dopo - dice Chaouki - Sono in contatto con gli operatori della Croce Rossa e la situazione sembra sotto controllo".    
Rientrate per il momento anche le tensioni nei Cie di Bari, dove una ventina di migranti che si lamentavano per la qualità del cibo avevano rotto una porta e allagato alcuni locali, e di Ponte Galeria. Nella struttura alle porte di Roma, i migranti che si erano cuciti la bocca hanno sospeso la protesta dopo aver consegnato al direttore della Caritas diocesana don Emanuele Giannone una lettera per papa Francesco nella quale - ha spiegato Mohamed Nouimy, uno dei portavoce dei migranti - "ribadiamo i motivi della protesta per i tempi lunghi di detenzione e la fiducia nelle istituzioni". "Non abbiamo commesso alcun reato - ha aggiunto il marocchino -. Per rispetto del Natale quasi tutti abbiamo sospeso ogni forma di protesta, ma chiediamo una risposta". Da parte sua il direttore della Caritas non conferma e non smentisce di aver ricevuto la lettera. "Ho raccolto le loro storie e le loro speranze" si limita a dire, aggiungendo però che "proteste come questa sono la strada per capire l'assurdità di alcune leggi. Il Cie é un luogo assurdo dove viene annullata la dignità umana". Sulla protesta è tornato anche il ministro Alfano, ribadendo che "la permanenza media nei Cie nel 2013 è di 38 giorni" e dunque le eccezioni "non sono la fotografia di tutta la realtà". "Le proteste di chi si cuce la bocca colpiscono - ha aggiunto - ma si deve sapere che tra loro ci sono ex detenuti per spaccio, per rapina, lesioni e tentato furto".

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