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Ligabue torna sulle scene “indignato”

MILANO. Rompe il muro del silenzio. Ligabue, a tre anni da “Arrivederci, Mostro!”, ritorna sulle scene “indignato”, ma deciso. Dal 1987 autore e interprete di oltre 130 canzoni, esce martedì 26 novembre con il suo decimo album di inediti “Mondovisione” (Zoo Aperto/Warner Music), un frame che raccoglie 14 tracce (di cui due strumentali) e un “labor limae più lungo della mia carriera con una ricercatezza del suono più vero”. Un intreccio di chitarre, synth e riff sono l’ossatura di ogni singolo pezzo. E la sua voce, dal timbro inconfondibile, ne sancisce la unicità. Non un concept album, piuttosto un viaggio tra stati d’animo plurimi. “Ho guardato dentro me stesso e mi sono fermato a riflettere. Viviamo a una velocità talmente forte che stiamo seppellendo ciò che veramente conta”.
Il disco corre tra indignazione (Il muro del suono e Il sale della terra), amore (Tu sei Lei e La neve se ne frega) e non amore (Il volume delle tue bugie), consapevolezza del dolore (La terra trema, amore mio e Ciò che rimane di noi), convinzioni (Sono sempre i sogni a dare forma al mondo),  memoria (Per sempre) e il “guardarsi dentro” (Siamo chi siamo). Un percorso interiore che grida giustizia, tra un rock ‘n roll più autentico e un pop melodico, tra elementi dance e sonorità folk, con modulazioni armoniche intrise di un’agogica molto dinamica e testi che non lasciano spazio alla riflessione. “Ogni storia è riscritta in economia… chi doveva pagare non ha mai pagato”, presa di consapevolezza amara di chi è conscio che l’essere non si cambia e che chi il debito non lo estinguerà mai. Indignato ma deciso che quel “muro” deve essere rotto, “perché chi avrebbe dovuto pagare per la crisi mondiale, non ha ancora pagato. E mai pagherà”. Ha molto da dire. E lo dice con l’espressione più bella che ci possa essere, la canzone. “Le canzoni hanno un potere enorme. Restano canzoni. In essa si cerca ciò che la politica non dà”. Mondovisione è l’occhio caleidoscopico con cui Liga osserva ciò che lo circonda. Non può mancare un pensiero al terremoto della sua terra (La terra trema, amore mio) e ai sogni  (Sono sempre i sogni a dare forma al mondo, canzone che chiude il disco) in cui “la realtà va filtrata con i sogni. Danno forma al mondo e solo questi possono creare. Sono l’auto proiezione di ciò che vorremmo”. Il disco è stato preceduto dal singolo “Il sale della terra”, da mesi all’apice della classifica, e da lunedì 25 novembre sarà in rotazione radiofonica “Tu sei lei”, secondo singolo estratto. In esclusiva televisiva, stasera Ligabue sarà ospite di Fabio Fazio a “Che Tempo Che Fa”.

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