CATANIA. Maxi-sollievo. Il Catania riparte nel nome di Lopez. È il centravanti argentino l'uomo del sabato sera rossoazzurro. Un protagonista annunciato per tanti motivi. Reduce dalla prestazione positiva di Napoli, e dal gossip che lo ha chiamato in causa nei giorni scorsi per la separazione dalla consorte Wanda Nara, il centravanti argentino festeggia le 100 presenze in Serie A, timbrando la rete decisiva proprio contro la squadra contro la quale aveva esordito nel gennaio 2010.
Tre punti d'oro per gli etnei, che centrano la prima vittoria della gestione De Canio mostrandosi, dopo tante esitazioni, in crescita sia sul piano fisico che su quello mentale. Continua, invece, il momento-no dell'Udinese. I friulani non demeritano affatto, ma rimediano la quinta sconfitta nelle ultime sette giornate, tornando a casa con il rammarico legato ai due pali colpiti e la rabbia scaturita dalle proteste per due rigori reclamati e non concessi. Nell'incrocio tra due squadre in difficoltà, è il Catania ad avere il migliore approccio alla partita. De Canio vara un 4-3-3, con Rolin e Guarente al posto degli acciaccati Alvarez e Izco, con Capuano preferito a Biraghi a sinistra. La girata al volo di Castro su cross proprio di Keko neutralizzata da una respinta di Brkic è il suggello a un primo quarto d'ora tutto di marca etnea.
La partita decolla da lì a poco, regalando mezz’ora piena di emozioni. Da entrambe le parti il desiderio di lasciarsi alle spalle il momento negativo prevale sulla paura di cadere ancora e le occasioni da rete di moltiplicano. L'Udinese viene fuori e costruisce tre palle-gol in altrettanti minuti con Muriel, Pereyra e ancora Muriel. La replica catanese è affidata a un tiro di Maxi Lopez che finisce di poco a lato con la complicità di una deviazione della difesa avversaria, ma poi sono ancora i friulani, saliti di tono sulle fasce, a sfiorare la rete con una serpentina di Pereyra conclusa da un tocco debole infrantosi sul palo e una girata a lato di Hertaux da pochi passi. I tempi per rompere l'equilibrio sono maturi. Il momento giusto - posticipato di qualche istante da una clamorosa occasione sprecata da Almiron e Keko giunge quando Domizzi affossa Legrottaglie su un angolo: De Marco decreta il rigore, scegliendo di non mostrare il secondo giallo al difensore bianconero, già ammonito in precedenza, e Maxi Lopez dal dischetto trasforma. Pochi istanti e tocca proprio a Domizzi reclamare il penalty per un braccio alto di Tachtsidis in area, ma l'arbitro fa proseguire tra le proteste del capitano. Scintille che proseguono dopo uno strattone di Guarente (ammonito) e Pereyra con conseguente sbracciata dell'argentino e fanno da prologo a una ripresa nella quale l'Udinese alza il baricentro tenendo a lungo in apprensione il Catania.
Guidolin gioca la carta Nico Lopez e De Canio provvede subito a mandare Alvarez sulle tracce dell'uruguayano: mossa di stampo antico che lascia gli etnei sulla difensiva, ma limita ulteriormente gli spazi a disposizione degli ospiti. I friulani colpiscono il secondo palo con un rasoterra di Pinzi e reclamano un altro rigore per un tocco di mano in area di Legrottaglie che frutta solo allo stesso Pinzi un'ammonizione per proteste. I rossoazzurri soffrono, ma resistono sino al boato finale del Massimino.
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