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Il ministero: precari, proroghe possibili

Roma indica il percorso per rifare i contratti: si crei una graduatoria unica dove i Comuni potranno attingere

PALERMO. Una legge da approvare all’Ars entro fine anno con cui riscrivere le regole per la gestione dei 18.500 precari siciliani e avviare, almeno formalmente, il percorso di stabilizzazione da completare entro il 2016. Fatta questa prima mossa, si possono almeno prorogare i contratti in scadenza a fine anno. Eccolo il (tortuoso) percorso amministrativo che il ministero della Pubblica amministrazione suggerisce alla Regione per evitare di tagliare i contrattisti dei Comuni.

È un percorso-escamotage che si muove fra le pieghe della legge appena approvata alla Camera su input del ministro Gianpiero D’Alia. E che parte da un presupposto: riportare la platea dei precari nell’orbita gestionale della Regione evitando che si muovano solo nello spazio di un Comune. La legge impone infatti a ogni sindaco di rispettare il patto di stabilità calcolando all’interno del vincolo anche i contributi garantiti dalla Regione (300 milioni annui). Serve poi una pianta organica che individui i posti vuoti e, almeno per le qualifiche più elevate, un concorso con una riserva in favore degli attuali precari. Da qui non si scappa.

E infatti i sindaci e il presidente Crocetta si sono detti pessimisti sull’efficacia della norma, invocando modifiche. Ma Maria Barilà, direttore dell’ufficio Organizzazione e reclutamento del ministero, spiega che c’è un modo per superare gli ostacoli. Bisognerà partire dalla creazione di una lista unica dei precari siciliani: «La Regione deve fare, col supporto di Comuni e Province, un elenco di tutti i contrattisti in servizio. Questo elenco deve essere redatto tenendo conto dell’anzianità anagrafica, di quella di servizio e dei carichi di famiglia. Sarà una sorta di graduatoria come quella che per altri settori fanno i Centri per l’impiego».

E sarà la base per qualsiasi mossa futura: «Ogni volta che bisognerà assumere - spiega la Barilà - qualunque Comune attingerà da questo elenco. Almeno per le qualifiche più basse si può fare così, senza concorso. In questo modo i precari potranno essere subito sistemati quando si crea uno spazio, anche in un Comune che non è quello di appartenenza». La dirigente ammette che si era parlato di un emendamento che desse una priorità ai precari del territorio in cui si crea il posto. Ma questa modifica non è passata e ora toccherà alla Regione con una propria legge superare il problema. Il ministero precisa che «in ogni caso nel processo di stabilizzazione si dovrà rispettare il patto di stabilità e si dovranno prevedere tagli alla spesa per coprire il costo dei contratti a tempo indeterminato. Ma creando la lista unica regionale, si potrà avere maggiore elasticità agendo sui Comuni messi meglio».
Fin qui le stabilizzazioni. Ma la lista unica è anche l’interruttore che dà il via libera alle proroghe: da questa bisogna partire per avere almeno i nuovi contratti a termine. Ancora la Barilà: «Poichè per realizzare questa lista unica regionale servirà del tempo, così come per le stabilizzazioni, nell’attesa che questo percorso si completi è plausibile una proroga temporanea di tutti i contratti in corso accompagnata da interventi di razionalizzazione per recuperare le risorse finanziarie necessarie».
Patrizia Valenti, assessore regionale alla Funzione pubblica, precisa che la Regione sta già lavorando a questa graduatoria unica dei precari: «Servirà una legge all’Ars che prepareremo insieme all’assessorato al Lavoro, che finanzia il settore. Riusciremo nell’immediato a prorogare i contratti, evitando la tagliola del 31 dicembre. Certo, la legge dovrà prevedere dei tagli di spesa che saranno contenuti in un piano generale di risparmi. Abbiamo anche fatto un rapido monitoraggio e sappiamo che, confermando un aiuto regionale, almeno il 70% dei Comuni può rispettare i paletti economici. Chi è in default non potrà prorogare ma la graduatoria regionale servirà anche a tutelare il personale di queste amministrazioni».

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