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Rapine in casa nelle Madonie, ridotte pene in appello

PALERMO. La corte d'appello di Palermo ha ridotto alcune delle condanne inflitte in primo grado a 34 rom accusati di aver messo a segno furti in abitazioni in comuni delle Madonie tra il 2002 ed il 2005. Gli imputati avrebbero avuto la loro base operativa in un campo nomadi di Agrigento.  Qui avrebbero progettato i furti poi eseguiti tra Castelbuono, Campofelice di Roccella e Pollina, svaligiando abitazioni e riuscendo poi a piazzare la refurtiva (tra cui anche gioielli ed argenteria) sia nel palermitano che nell'agrigentino.

Il Tribunale aveva condannato gli imputati a pene tra i sei e i sette anni di reclusione, con le accuse di associazione per delinquere finalizzata al furto e alla ricettazione. Per sei di loro è arrivata la conferma in appello, mentre le altre pene sono state ridotte con condanne tra uno e sei anni di carcere: 13 imputati sono stati infatti assolti dall'accusa di associazione per delinquere, mentre per quindici il reato è stato dichiarato prescritto. Per altri cinque è caduta invece l'accusa di ricettazione. In secondo grado, la pena più alta è stata inflitta Zoran Petrovic (sei anni e cinque mesi).

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