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Avvelenati dai funghi

Grave un’intera famiglia (marito, moglie e figlio) finita al pronto soccorso del «Sant’Elia» per un avvelenamento

CALTANISSETTA. Grave un’intera famiglia finita al pronto soccorso per un avvelenamento da funghi. Padre, madre e figlio sono finiti all’ospedale Sant’Elia dopo aver mangiato dei funghi raccolti sulle Madonie. I tre (E.M. di 62 anni, la moglie L.D. di 59 anni e il figlio A.M. di 29) resteranno in osservazione al pronto soccorso per alcuni giorni per essere sottoposti a terapie speciali ed esami particolari che serviranno a stabilire l’esatta natura dei funghi ingeriti. Il più pericoloso tra questi, a detta dei medici sarebbe l’Amanita Phalloides, un fungo velenosissimo e assai diffuso, dannoso proprio per il suo alto grado di tossicità. A quanto pare però, dalla descrizione fornita dagli stessi pazienti, non dovrebbe essere stato presente tra quelli preparati e mangiati per cena mercoledì sera. Intanto i medici del pronto soccorso hanno preso contatti con il Centro Antiveleni di Pavia cui è stata chiesta una consulenza. «I pazienti – ha spiegato il primario del reparto Aulo Di Grande - presentano una sintomatologia di natura gastroenterologia. Necessiteranno di una prolungata osservazione qui in pronto soccorso al fine di scongiurare la malaugurata ipotesi che tra i funghi mangiati possa esservi stata la Amanite Phalloides un fungo estremamente tossico. Grazie alle possibilità che ci da la moderna medicina di osservazione li terremo qui e monitoreremo ogni possibile evoluzione della sintomatologia. La descrizione che ci hanno fornito riguardante i funghi sembrerebbe rassicurante visto che non corrisponde alla Amanite Phalloides». Pare che i tre abbiano mangiato i funghi mercoledì sera. Dopo qualche ora però, in piena notte sono cominciati i primi malesseri, vomito, diarrea e dolori allo stomaco, che li hanno costretti a recarsi immediatamente all’ospedale Sant’Elia. I medici hanno prestato tutte le cure del caso e le prossime ore saranno fondamentali per capire quale sarà l’evoluzione dell’avvelenamento. Si tratta di uno dei pochissimi casi registrati nel capoluogo ma un modo per prevenire situazioni come queste c’è. Basta recarsi agli uffici di via Giacomo Cusmano dove, già da un po’ di tempo, è possibile far vedere i funghi raccolti ad un micologo. «Presso l’Asp di Caltanissetta – dichiara Antonio Bonura, direttore del dipartimento di Prevenzione dell’Asp - è stato attivato il servizio di micologia che offre la consulenza gratuita a quelle famiglie che raccolgono funghi e vogliono mangiarli, a pagamento invece per coloro che intendono immetterli sul mercato. Ricordo che, secondo la normativa vigente, la raccolta dei funghi anche ai fini amatoriali deve essere effettuata previo rilascio di un patentino da parte della Regione».

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