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Iachini: bravi, ma bisogna pedalare

PALERMO. Il cappellino come marchio di fabbrica. Beppe Iachini lo tiene ovunque, anche in sala stampa. Arriva quasi subito alla fine della prima partita (vinta) da allenatore del Palermo, ma per sedersi in cattedra deve aspettare che finisca di parlare Mauro Isetto. Allenatore - per l’occasione, visto che Piero Braglia è squalificato - della Juve Stabia. Iachini, camicia sudata come se avesse giocato, ascolta e sicuramente non concorda. Isetto parla di «risultato bugiardo» e di «decisioni arbitrali penalizzanti». Iachini non può essere d’accordo perché questo suo primo Palermo la partita l’ha vinta con merito, mettendo sotto una squadra povera tecnicamente. «Siamo stati bravi - esordisce Iachini - perché di fronte avevamo una squadra ostica. Sono arrivato solo da tre giorni, credo che di più non si potesse fare».
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