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Napoli e Milan, imprese Champions

Gli azzurri battono 2-1 il Borussia Dortmund vicecampione d'Europa, i rossoneri soffrono ma vincono 2-0 contro il Celtic

NAPOLI. Non si può dire che il coraggio di  cui aveva parlato Rafa Benitez alla vigilia sia mancato al  Napoli. Il coraggio, ma anche le qualità tecniche e tattiche  della squadra (con Higuain ancora una volta decisivo), sono alla  base di una grande impresa. I partenopei, nella prima partita  del girone di Champions, battono nettamente, più di quanto dica  il punteggio finale di 2-1, i vice campioni uscenti del Borussia  Dortmund e, proprio come aveva chiesto l'allenatore, fanno  capire a tutti che potranno davvero essere protagonisti nella  più importante competizione europea. Il successo, è evidente,  viene facilitato dal fatto che i tedeschi sono costretti a  giocare in dieci tutto il secondo tempo. Ma anche a parità di  uomini in campo il Napoli era apparso superiore agli avversari.    


Le squadre nella prima parte della gara sembrano rigide e  timorose. La partita si svolge prevalentemente a centrocampo  dove è molto forte il contributo che i tre trequartisti,  sull'uno e sull'altro fronte, sono chiamati a dare ai due  incontristi. Davanti all'area di rigore del Napoli, Bender è  sempre molto impegnato in una asfissiante marcatura a uomo su  Hamsik che, evidentemente, Klopp ritiene l'uomo che può cambiare  le sorti della partita.    


Complessivamente in questa prima fase di gioco il Napoli  suscita un' impressione migliore degli avversari perchè la  difesa azzurra concede solo un'azione pericolosa a Lewandowski  (la conclusione da distanza ravvicinata dell'attaccante polacco  viene deviata da Reina con un ginocchio), mentre sull'altro  fronte sia ha l'impressione che la retroguardia tedesca sia un  pò lenta e macchinosa e che soffra eccessivamente la velocità ed  i fraseggi stretti delle tre mezze punte e di Higuain.    


Il gol del vantaggio per gli azzurri giunge in un momento  particolare. Subotic che poco prima si era scontrato con un  avversario nell'area di rigore del Napoli, rimane a lungo a  bordo campo per farsi suturare una ferita alla fronte e quando  sta per rientrare il quarto uomo pretende un ulteriore  intervento del medico che ne ritarda ulteriormente l'ingresso in  campo. Quando al difensore viene finalmente concessa  l'autorizzazione il Napoli sta già costruendo l'azione del gol,  con il traversone di Zuniga e la deviazione vincente di testa di  Higuain. Klopp è inferocito per l'accaduto ed aggredisce  verbalmente il quarto uomo: Proenca non può che espellerlo.    


Ma l'episodio ancor più grave per i tedeschi avviene in piena  fase di recupero quando il portiere Weidenfeller per fermare  Higuain lanciato a rete tocca volontariamente la palla con la  mano fuori dall'area di rigore. Anche in questo caso Proenca  estrae il cartellino rosso e dalla panchina arriva l'ordine di  far entrare il secondo portiere Langerak al posto del  centrocampista Blaszczykowski. Il Borussia, in svantaggio di una  rete, è costretto a giocare tutta la ripresa in inferiorità  numerica.     Il Napoli si riversa subito in avanti con l'intenzione di  chiudere il conto con gli avversari e per 20 minuti assedia il  Borussia nella propria area di rigore, mantenendo il possesso  del pallone e creando qualche buona occasione da gol. Il  raddoppio è nell'aria ed arriva al 21' con una punizione  capolavoro di Insigne.     Gli azzurri cercano di addormentare il gioco ed il Borussia  tenta il tutto per tutto. A tre minuti dalla fine i tedeschi  trovano il gol in maniera rocambolesca, grazie ad una autorete  di Zuniga, e così, negli minuti di partita, in campo e sugli  spalti di vive un pò di apprensione. Ma alla fine gli azzurri  portano a casa l'impresa.   


Un Milan non bello ma volitivo  riesce a battere il Celtic per due reti a zero e inizia bene il  cammino in Champions League. Nella 'notte delle stellè a  firmare il successo sono due 'gregarì, Zapata e Muntari, che in  tre minuti sanciscono una vittoria sofferta. Massimiliano  Allegri manda in campo una formazione praticamente obbligata,  decimata da assenze eccellenti: Kakà, Montolivo, De Sciglio,  Abate ed El Shaarawy. L'attacco è affidato a Matri, più  arretrati Balotelli e Birsa, titolare nell'emergenza come  Christian Zaccardo, chiamato a dare il suo contributo in difesa.  Sull'altro fronte Lennon si affida al 4-4-1-1 ma deve rinunciare  a Forrest, Mouyokolo e anche a Ledley, che non riesce a  recuperare in tempo.    


La partita non è stata nè bella nè avvincente, ma il  risultato è quello che conta. Nel Milan si distingue ancora una  volta un grande De Jong, pilastro davanti alla difesa.  L'esordiente Birsa, dopo un discreto avvio, si spegne quasi  subito e lascia il campo ad Emanuelson dopo poco più di un'ora.  Balotelli non si presenta al meglio ma è sempre decisivo, come  in occasione del raddoppio rossonero. Sua la punizione deviata  sul palo da Forster e ribattuta in rete da Muntari. L'attaccante  azzurro è l'uomo su cui poggia l'azione offensiva assieme ad  Alessandro Matri, schierato da punta centrale. L'intesa tra i  due è ancora da perfezionare, le occasioni non sembrano fioccare  anche a causa di un centrocampo in cui manca qualità. Pesa  moltissimo l'assenza di un regista come Montolivo. Muntari e  Nocerino ci mettono impegno ma non dispongono della necessaria  tecnica. Il Milan, non eccelso anche in difesa, non prende gol  più per mancanza di cinismo da parte degli ospiti.    


Ne viene fuori un primo tempo mediocre, nel quale il Celtic  usufruisce di una punizione a due in area regalata da Abbiati e  non sfruttata da Stokes (17') mentre il Milan riesce ad  impensierire Forster con una conclusione al volo di Balotelli al  4' e un colpo di testa di Matri da buona posizione al 21'.  Nocerino e Muntari ci provano solo dalla distanza, mentre Birsa  desta una buona impressione fino a quando non regala una grande  chance a Stokes al 40': retropassaggio sbagliato verso Zapata,  lo scozzese si libera del colombiano e Mexes ci mette una pezza.  Il Milan, partito aggressivo, si perde quasi subito e non  riesce a sfondare. Pesano le assenze come i cambi di modulo e di  uomini. I meccanismi non sono ancora oliati, l'azione risulta  prevedibile e poco incisiva, soprattutto in avanti. Escluso il  lampo al 4' anche Balotelli fatica ad entrare in partita, tocca  pochi palloni e non trova adeguati spazi.    


Ad inizio ripresa il momento più difficile: al 6' Samaras va  via in dribbling a tre uomini e sfiora il gol dalla distanza, il  greco ci riprova al 16' e al 19' ma non riesce mai a centrare la  porta. Dalla parte opposta l'occasione migliore capita sulla  testa di Muntari, che raccoglie un cross di Zapata dalla  sinistra ma mette alto. Allegri prova a dare maggiore vivacità  inserendo Emanuelson per Birsa, ma deve ringraziare prima De  Jong (23'), autore di uno straordinario recupero su Brown, e poi  la traversa al 35' sulla punizione velenosa di Stokes. La  partita sembra avviarsi verso lo 0-0, tra qualche fischio del  pubblico, tanti errori e una certa apatia in campo. A sbloccare  la situazione al 37' è un tiro dalla distanza di Zapata deviato  dall'incolpevole Izaguirre alle spalle di Forster. È la sveglia  per i rossoneri, che tre minuti dopo chiude la partita:  punizione di Balotelli deviata sul palo dal portiere avversario  e ribattuta vincente di Muntari a porta vuota. Secondo gol  consecutivo in pochi giorni per il centrocampista ghanese dopo  quello segnato a Torino.    


È un Milan che fatica tanto a centrare l'obiettivo ma in  condizioni di emergenza era difficile chiedere e ottenere di  più. I rossoneri sono stati comunque bravi a non farsi  sopraffare dalla negatività citata alla vigilia da Adriano  Galliani. Risultato a parte, Allegri attende con ansia il  rientro di alcuni uomini chiave, anche se Montolivo e Kakà ne  avranno per almeno un mese. Il brasiliano, tanto atteso in  Champions, dovrà attendere tempi migliori per tornare nella  competizione che più ama. Il girone H, dove il Barcellona ha  dilagato contro l'Ajax, non è complicatissimo ma il Milan deve  stare attento. La squadra di Allegri deve mostrare carattere e  orgoglio per superare il turno e vincere la sfortuna.   

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